Altro che rivoluzione digitale.
Matteo Renzi nel 2011 la inseriva nei "cento punti per l'Italia", chiedendo "Accesso a internet veloce per tutti attraverso investimenti sulla banda larga e facendo saltare gli assurdi vincoli legislativi che ci hanno relegato agli ultimi posti della classifica di Freedom House." Nel 2012 ne aveva fatto uno dei punti cardine alla campagna per le primarie del Pd.
Da allora sono passati più di tre anni, di cui (quasi) due con Renzi a Palazzo Chigi. Ma qual è la situazione della banda larga in Italia? A giudicare dall'ultimo rapporto trimestrale di Akamai, un'azienda leader tra quelle che vendono connettività a livello globale, è pessima.
Nel nostro Paese la velocità media di Internet è di 6,4 Megabit per secondo, più bassa di Svezia e Svizzera (rispettivamente 16,1 e 15,6), ma anche di Repubblica Ceca e Romania (13,9 e 12,8). L'Italia ha una velocità di connessione media di quasi due terzi inferiore alla media afro-euro-mediorientale, che si attesta a 16,1 Mbps.
Tra i 25 Paesi monitorati - che comprendono tutti i maggiori Stati europei e i più sviluppati tra quelli africani e mediorientali - il nostro si classifica
terzultimo, davanti ai soli Turchia e Sud Africa. Dati che confermano una verità che nemmeno Renzi è riuscito a smentire, a dispetto dei proclami mirabolanti: in fatto di digitale, l'Italia è rimasta e continua a rimanere al palo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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