Niente estradizione, e liberazione immediata. La Corte d'appello di Milano salva Abdelmajid Touil, il cittadino marocchino arrestato sette mesi fa nei pressi di Milano con l'accusa di essere coinvolto nella strage al museo del Bardo a Tunisi. Questa mattina il presidente della Corte, Giovanni Canzio, ha annunciato con un comunicato che la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità tunisine è stata respinta per un motivo insormontabile: in Tunisia c'è la pena di morte, i reati contestati a Touil sono tali da rischiare che venga spedito sul patibolo. E la nostra Costituzione impedisce tassativamente che si possa estradare un imputato passibile di essere giustiziato.
Il provvedimento della magistratura milanese non entra se non di sfuggita nella valutazione della gravità degli indizi a carico di Touil, limitandosi a dare atto che la Tunisia non ha offerto alcuna garanzia che non verrebbe impiccato. Ma a smontare gli elementi che secondo Tunisi legherebbero il giovane al massacro del museo provvede la Procura della Repubblica di Milano che, immediatamente dopo il deposito della decisione della Corte d'appello, rende noto di avere chiesto nei giorni scorsi l'archiviazione del fascicolo di indagine italiano a carico di Touil. Sulla base delle notizie proveniente da Tunisi, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo, aveva disposto l'iscrizione del marocchino nel registro degli indagati per i reati di strage e terrorismo internazionale. L'indagine era stata affidata al pm Enrico Pavone.
Ma incrociando i dati delle indagini compiute da Ros e Digos con quelle provenienti dal Maghreb, la Procura milanese si è convinta che il principale elemento d'accusa a carico dell'indagato, ovvero il riconoscimento da parte di un testimone oculare che lo aveva collocato sul luogo della strage, sia indubitabilmente falso, perchè è accertato che dopo essere arrivato in Italia con i barconi il giovane non si è più mosso dal nostro paese. Restano confermati gli altri elementi, ovvero i contatti telefonici di una scheda sim acquistata da Touil con alcuni esponenti del clan terrorista accusato della strage. Questi contatti sono avvenuti quando il cellulare era ancora nelle mani di Touil (anche se nei primi interrogatori lui aveva cercato di sostenere il contrario) ma gli interlocutori venivano chiamati da Touil non nella loro veste di estremisti islamici ma in quella di scafisti. Una conclusione che da un lato accerta in modo allarmante gli stretti legami tra la galassia della jihad e gli organizzatori dei viaggi dei barconi, ma di fatto scagiona Touil. Nelle prossime ore il presunto terrorista verrà dunque liberato. Teoricamente il ministero degli interni potrebbe adottare nei suoi confronti un decreto di espulsione e consegnarlo al Marocco, da cui poi rischierebbe nuovamente la consegna alla Tunisia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.