Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confuso l'8 settembre del 1943 - data dell'annuncio dell'armistizio con gli anglo-americani e simbolicamente inizio della guerra civile fra Regno del Sud e Repubblica sociale fascista - con il 25 aprile del 1945, Liberazione del Paese dal nazifascismo? È impossibile dirlo ma tutto fa pensare che con ogni probabilità sia stato effettivamente così.
A farlo pensare è un intervento di due giorni fa del professor Conte alla Fiera del Levante di Bari - secondo presidente del Consiglio pugliese a farlo, dopo Aldo Moro nel 1975. L'inquilino di Palazzo Chigi si lancia in una digressione storica, rievocando i tragici anni della Seconda Guerra mondiale
"Oggi è l'8 settembre, una data particolarmente simbolica per la nostra storia patria - spiega - Perché nell'estate di 75 anni fa si pose fine a un periodo buio della nostra storia e iniziò il periodo di ricostruzione prima morale e poi materiale del nostro paese e il miracolo economico."
Tutto lascia pensare che Conte intendesse in realtà riferirsi al 25 aprile, data della Liberazione di Milano considerata convenzionalmente il giorno dell'inizio della pace e avvio della ricostruzione. È pur vero che l'8 settembre vi furono eroici episodi di resistenza dei civili e dei militari all'invasore tedesco (si pensi agli scontri di Porta San Paolo a Roma) ma per la pace bisognò attendere ancora quasi 20 mesi e per il miracolo economico addirittura diversi anni.
Se poi qualche avvocato difensore dell'avvocato difensore degli italiani volesse giustificare il presidente del Consiglio sostenendo che dal palco di Bari Conte volesse fissare nell'annuncio
dell'armistizio l'inizio della Resistenza al nazifascismo e così della ricostruzione del Paese, bisognerebbe ricordagli che di resistenti ce ne erano fin da prima. E che il periodo buio della guerra non finì che con il 25 aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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