Basilicata, nuovo giallo intorno a Tempa Rossa

Il secondo suicidio nella vicenda del Centro olio che mette gli inquirenti in stato di allerta

Basilicata, nuovo giallo intorno a Tempa Rossa

Ancora una volta il petrolio si tinge di giallo. Un nuovo suicidio lambisce Tempa Rossa, guarda caso, dopo quello del responsabile del Centro olio Eni di Viggiano, Gianluca Griffa nel 2013, che già alimentò sospetti. Griffa si tolse la vita lasciando una sorta di “testamento” ai posteri in cui esprimeva dubbi sul corretto funzionamento dell’impianto. Stavolta, a togliersi la vita, qualche giorno fa, l'ex generale dell'arma dei carabinieri forestali, Guido Conti di 58 anni. Il fatto è accaduto a poche settimane dal nuovo incarico affidato a Conti dalla Total. L'ex alto ufficiale era stato nominato responsabile per l’ambiente e la sicurezza di Tempa Rossa, in Basilicata, dove sta sorgendo un secondo Centro olio di proprietà della società francese. Anche in questo caso, come per Griffa, il corpo senza vita è stato ritrovato in un bosco, questa volta vicino l'Aquila, insieme a una lettera, scritta dall'ex generale, indirizzata "alla mia famiglia". La missiva parte dalla vicenda di Rigopiano come fonte per lui di grande angoscia. Nella lettera, che l'AdnKronos ha potuto visionare, si legge fra l'altro: "Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perchè tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma". Conti entra poi nel merito, specificando: "Non per l'albergo, di cui non so nulla, ma per l'edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre postio la domanda: Potevo fare di più?". Conti conclude il drammatico testo indirizzandosi alla famiglia con espressioni di fortissimo affetto. Conti era noto per aver guidato l'inchiesta sulla mega discarica dei veleni di Bussi (Pescara). L'ipotesi più accreditata sembra essere quella del suicidio, ma gli inquirenti hanno ancora aspetti da chiarire. L'ex generale aveva lasciato da poco l'Arma, lo scorso ottobre aveva salutato l'Umbria, dopo essere stato per cinque anni alla guida dei carabinieri forestali, assumendo l'incarico di prestigio all'interno della multinazionale del settore petrolifero. Una carriera intensa e prestigiosa caratterizzata da una serie di inchieste scottanti condotte a tutto campo, da quella sulla discarica dei veleni del Polo chimico di Bussi (Pe) a quelle relative ai traffici di rifiuti e al terremoto in Abruzzo. Secondo quanto si legge su "La Gazzetta del Mezzogiorno", l’attenzione degli investigatori è tutta sull’ultimo mese di vita dell’ex generale. Non appena ricevuto l’incarico dalla Total, Conti aveva riferito ad amici e parenti che sarebbe stato per un periodo a Parigi dove doveva seguire un corso di formazione prima di prendere possesso del suo ufficio in Basilicata. Ma quel corso, a quanto pare, non lo ha mai frequentato.

Ancora, sempre secondo il quotidiano locale, pare avesse pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui, in risposta a dei dubbi espressi da qualcuno sul nuovo incarico scriveva: "Mi hanno fatto una proposta irrinunciabile. Sanno però di che pasta sono fatto. Per me la legalità è al primo posto". Una risposta che dopo, però, è stata cancellata. Perchè? Rimangono molti dubbi sul secondo suicidio intorno a Tempa Rossa.

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