La variante Omicron è ormai prevalente nel nostro Paese. Gli studi condotti in queste ultime settimane hanno dimostrato la sua maggiore contagiosità rispetto alla Delta, motivo per il quale si è assistito all'enorme incremento di contagi a partire dalla seconda metà di dicembre che, però, sembra aver rallentato la corsa. La variante Omicron ha nuovamente sparigliato le carte della gestione dell'epidemia, anche perché a fronte di una maggiore contagiosità ha dimostrato un'inferiore pericolosità rispetto a quelle precedenti, tanto che la crescita dei contagi non è stata accompagnata allo stesso modo da quella dei ricoveri. Ma a due anni dall'inizio della pandemia, Matteo Bassetti suggerisce che non debba essere modificato solamente il computo quotidiano dei contagi ma anche quello complessivo dei decessi.
In collegamento con la trasmissione L'aria che tira, il direttore della clinica Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova ha messo sotto accusa i moduli per la refertazione dei decessi: "Ci sono delle cause primarie e poi delle cause accessorie. Se scrive positivo al tampone automaticamente, purtroppo, il paziente viene classificato con un decesso avvenuto per il Covid. È un argomento che dovrebbe essere affrontato". Il medico vorrebbe che il discorso venisse affrontato ad ampio spettro, analizzando le cartelle cliniche di tutti i morti considerati Covid degli ultimi due anni, per "vedere quanti di quei decessi sono realmente legati al virus e quanti ad altre problematiche". Le parole di Matteo Bassetti sono destinate a sollevare un gran polverone, perché riportano alla ribalta l'annosa questione dei morti di, con o per Covid.
Ed è sempre in quest'ottica che Matteo Bassetti chiede che vengano riviste anche le politiche di registrazione e di organizzazione dei ricoveri dei pazienti negli ospedali. L'obiettivo attuale dev'essere quello di ritrovare una situazione di normalità, spiega il medico, che passa anche dal trattamento dei pazienti: "Se io entro in ospedale perché devo fare un intervento chirurgico non è possibile che finisco in un reparto Covid o di pneumologia, perché vuol dire che non mi trattano per quello che è il mio problema di base". Quindi, il medico ha aggiunto: "Se uno ha bisogno di mettere il gesso perché si è rotto una gamba andrà così in un reparto di ortopedia all'interno del quale c'è un'area dove ci stanno i positivi e un'altra i negativi".
Questo è anche un modo per separare i ricoveri dei pazienti che arrivano in ospedale per Covid e quelli che, invece, risultano positivi al tampone ma sono asintomatici o paucisintomatici, così da fare una fotografia più precisa della situazione degli ospedali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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