Lavora solo 5 giorni in un anno. Ma per l'infermiera c'è pure l'aumento

È il caso di un’infermiera di Messina che nell’anno del Covid avrebbe avuto un aumento di stipendio pur lavorando meno di una settimana

Lavora solo 5 giorni in un anno. Ma per l'infermiera c'è pure l'aumento

Bastano cinque giorni di lavoro in corsia per avere una busta paga più robusta. È quanto è accaduto all’Asp di Messina, dove una laureata in infermieristica pediatrica, pur avendo svolto il proprio compito in corsia per meno di una settimana nel 2020, secondo quanto riferito dai suoi colleghi sindacalisti, sarebbe riuscita a ottenere addirittura un aumento di stipendio.

A far scoppiare il caso sarebbero state proprio le associazioni di categoria che si opponevano alla Cisl - di cui la sanitaria coinvolta era dirigente per quanto riguarda il settore della funzione pubblica, incarico che nei fatti l’avrebbe tenuta lontano dal lavoro nel poliambulatorio di Villafranca - dove prestava servizio. Secondo Pippo Calapai della Uil-Flp, Antonio Trino della Cgil-Fp e Domenico La Rocca della Fials, l’aumento ingiustificato allo stipendio della donna sarebbe andato a discapito di chi invece avrebbe lavorato tutto l’anno, pur di prestare un servizio in un momento difficile.

Alle accuse, però, non ci sta la diretta interessata, che sulle colonne del quotidiano La Repubblica definisce le dichiarazioni apparse sui giornali“un attacco gratuito, una persecuzione da parte delle organizzazioni sindacali”. La professionista, secondo la quale niente corrisponderebbe al vero, è pronta addirittura a ricorrere alle vie legali: “Questa è calunnia. Anche perché non viene fatto esplicitamente il mio nome, ma è facilmente intuibile”.

Continua, però, la battaglia dei sindacati, che si sono rivolti pure all’assessorato regionale alla Sanità per fare chiarezza rispetto alla graduatoria Peo (programmazione economica orizzontale) che dovrebbe essere basata, a loro parere, su un criterio meritocratico. Tali accuse, però, non scompongono la struttura sanitaria coinvolta.

Lo stesso commissario dell’Asb di Messina Bernardo Alagna su Repubblica ribadisce come l’infermiera “aveva i requisiti necessari” e come tanto rumore sarebbe solo la conseguenza di una lotta interna tra sigle sindacali.

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