"Non stappo alcuna bottiglia, prima voglio vederlo in Italia, poi non so cosa farò": questo il commento di Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pier Luigi ucciso nel 1979 durante una rapina organizzata da Cesare Battisti, all'arresto in Brasile dell'ex terrorista del Proletari armati per il comunismo. In una dichiarazione al Corriere della Sera, Alberto ha affermato che "qualcosa era nell'aria dopo l'apertura del governo brasiliano", ma non si aspettava che "addirittura lo arrestassero".
"D'altra parte stava scappando, come fa chi sa di essere colpevole", ha aggiunto. Alberto Torregiani, che fu colpito alla colonna vertebrale e da allora è costretto in sedia a rotelle, ha osservato che "se Battisti non fosse scappato all'estero probabilmente oggi sarebbe già libero". Quanto alla sua reazione se l'ex terrorista verrà estradato, ha spiegato: "Magari mi verrà voglia di guardarlo negli occhi di parlargli", ha aggiunto, "certo il suo atteggiamento in tutti questi anni è stao beffardo, fastidioso, non soltanto per ma anche per tanti italiani".
"Vogliamo giustizia", ha concluso, quella prevista dalla legge". "Spero che lo riportino in Italia, ora è tutto nelle mani dei governi", ha dichiarato, sempre al Corsera, Adriano Sabbadin, figlio del macellaio veneziano a cui Battisti sparò il colpo di grazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.