Sull’arresto del terrorista Cesare Battisti interviene anche Francesco Caruso, ex membro del gruppo di Rifondazione Comunista, che segue la compagine di estrema sinistra ed invoca una soluzione assai più morbida nei confronti del ricercato ora in manette.
“A distanza di 40 anni da episodi del tutto deprecabili, questo accanimento, questo scalpo da portare in dote di questo ormai quasi settantenne mi sembra una sete di vendetta che non ha nessun’altra funzione se non ripagare l'odio e il rancore di questi signori al governo”, commenta su “Adnkronos”. E ancora: “Ha le sue colpe”, ammette. “Ma il Battisti che aveva vent'anni e il settantenne di oggi sono due persone diverse. Il carcere ha una funzione riabilitativa. Non si capisce cosa debba fare questo signore in carcere se il principio del carcere resta quello sancito dall'articolo 27 della Costituzione italiana, che si chiama 'rieducazione', non 'vendetta'. Questo esisteva nelle società pre-cristiane...". Parole che non hanno mancato di suscitare più di qualche polemica.
Caruso, che ora detiene una cattedra in sociologia presso l’ateneo di Catanzaro, si è poi lanciato in un confronto fra la figura di Battisti ed i mafiosi latitanti. “La logica punitiva può avere sua logica nel momento in cui serve a intimorire, punire… quella con la mafia è una guerra che c’è ancora ed è bene che vecchi e nuovi mafiosi vengano perseguiti, condannati”.
Ma quando si parla dell’ex Pac (Proletari Armati per il Comunismo), la situazione cambia: “Qua invece si tratta di prigionieri politici di una guerra civile finita 40 anni fa. In Italia non si è mai voluto fare i conti con tutto questo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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