Francesco Bellomo, Consigliere di Stato, costringeva le aspiranti magistrate ad un dress code con minigonna nera e tacchi. Richiesta per cui è finito nella bufera. Adesso ha deciso di rompere il silenzio e di spiegare come sono anadate le cose: "La giustizia è criticatissima e invece vi trovate davanti uno che per 25 anni l’ha svolta in maniera praticamente perfetta. Una volta che io esco dalle aule di giustizia torno una persona libera di esprimere le mie idee. Giudicatemi come uomo". Poi parla delle indicazioni che forniva nella rivista del suo corso. Infatti in quelle pagine, come riporta il Corriere, si legge che una borsista scartata venne poi "salvata" solo per aver indossato l'abbigliamento adeguato: "È una semplificazione. Il mio è un metodo scientifico di intendere la funzione della ragione nelle cose umane. Tutti i geni, anche Einstein, si sono dovuti difendere dagli attacchi di chi non ne conosceva le idee. Non avrei voluto divulgare le mie, ma sono venute fuori. Allora perché non dite che funzionano? Le mie allieve (e i miei allievi) hanno superato il concorso più di quelle di qualunque altro corso. E poi il dress code non è quello che scrivete", afferma in un'intervista al Corriere. Poi si parla delle foto degli eventi in cui le ragazze sono col dress code "suggerito". Anche su questo punto la sua risposta è netta: "Il dress code non mi è stato contestato, mentre leggo che sono stato condannato per quello. Io non posso e non voglio parlare di quel procedimento di fronte al Consiglio di Stato. Ma se anche volessi, come nel processo di Kafka io, tutt’ora, le accuse non le conosco. Non mi hanno contestato nessuna clausola. Un uomo che ha fatto il pm in realtà complicate come la Sicilia, può essere censurato per un dress code ? ". Infine conclude con un esempio che a suo dire spiega bene quanto accaduto.
Bellomo si sente vittima di un vortice di accuse di cui non si sente responsabile: "Facciamo un esempio: due persone si incontrano, fanno l’amore, il giorno dopo l’uomo dice che è stato bello. La donna lo denuncia. Vogliamo capire come mai?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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