Il papa ai sacerdoti: "Ottuso chi non battezza i figli delle ragazze madri"

Papa Bergoglio è tornato a parlare dei divieti scaturenti dalla legge canonica. Ecco cosa prevedono diritto e dottrina sul battesimo

Il papa ai sacerdoti: "Ottuso chi non battezza i figli delle ragazze madri"

Papa Bergoglio è tornato a parlare di diritto canonico, di legge e di dottrina in merito al battesimo. "Nel mio Paese ho sentito parecchie volte di parroci che non battezzavano i figli delle ragazze madri" -ha detto il Papa- "perché non erano nati nel matrimonio canonico. Chiudevano la porta, scandalizzavano il popolo di Dio, perché? Perchè il cuore di questi parroci aveva perso la chiave della conoscenza". Nell'omelia di Santa Marta, Bergoglio evidenzia quanto sia "ottuso" credere "nell'autosufficienza della salvezza con il compimento della legge". Per sottolineare la sua visione sul tema, Bergoglio prende spunto da un brano del Vangelo nel quale scribi e farisei, titolari e autori del diritto, si reputavano giusti di per sè. Gesù, nello stesso passo, smentisce questi ultimi dimostrandogli che solo Dio è giusto. Papa Francesco, dunque, precisa che non bisogna "schierarsi dalla parte della legge", perché si perde la "conoscenza" e "il senso della vicinanza di Dio", mentre è "l'iniziativa di Dio a salvarci" e non "un mucchio di prescrizioni".

Il diritto canonico affronta il tema dell'accesso al sacramento del battesimo, tra gli altri, nel canone 868: "Per battezzare lecitamente un bambino si esige: 1) che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano; 2) che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori".

Non vi sono, dunque, particolari restrizioni in merito. E anzi si arriva a parlare di "speranza", elemento di una fattispecie legislativa tipicamente sconosciuto a qualsiasi sistema giuridico, tranne che a quello canonico. La legge, insomma, non vieta affatto di battezzare i figli delle ragazzi madri. I rifiuti di battezzare cui il Papa si riferisce dovrebbero essere scaturiti, dunque, da un'interpretazione errata da parte dei sacerdoti responsabili del mancato accesso al sacramento e non dal testo legislativo. Sacerdoti che, interpretando il diritto in modo restrittivo, avrebbero così negato un diritto a quei bambini.

Come spiegato qui da padre Francesco Romano, docente di diritto canonico, in riferimento alla possibilità del battesimo di figli di genitori non sposati, casistica quindi comprendente i figli delle ragazze madri, infatti, "il compito di discernimento del parroco è senz'altro arduo perché deve valutare se esiste la seria garanzia che al bambino sarà assicurata l'educazione cattolica e che la speranza non manchi del tutto (cf. can. 868 §1 n. 2)", ma, specifica il docente: "Il differimento del battesimo deve essere considerato solo l'extrema ratio quando non sia possibile trovare nessun'altra soluzione". "Quando nella valutazione del parroco mancano queste garanzie -sottolinea Romano- dovrà essere ancor più valorizzato l'ufficio di padrino al quale spetta "... di presentare al battesimo, insieme con i genitori, il battezzando bambino, come pure cooperare affinché il battezzato conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi a esso inerenti". Anche il padrino, dunque, svolge un ruolo estensivo al fine di consentire a tutti l'accesso al battesimo. Se quest'ultimo, infatti, è di comprovata fede cattolica, supplisce in qualche modo alle garanzie mancanti dei genitori.

Nel quarto paragrafo del capitolo del Catechismo della Chiesa Cattolica, poi, quello relativo al sacramento di cui si parla, c'è scritto che: "È capace di ricevere il Battesimo ogni uomo e solo l'uomo non ancora battezzato". Chiarisce questo punto, infine, anche Valerio Mauro, docente di Teologia sacramentaria, che rispondendo ad una lettera sulla possibilità del battesimo per un figlio di conviventi, dice: "Come ogni sacramento, anche il battesimo è un puro dono gratuito di Dio: avviene nella pienezza della fede della chiesa, che, nella sua veste di Sposa di Cristo, invoca fiduciosa dal Padre il dono dello Spirito".

E ancora: "La fede richiesta dal battesimo è come un seme che deve crescere e giungere a pienezza: nella partecipazione alla vita della comunità ecclesiale la fede cresce nella carità operosa". Il battesimo, insomma, è visto dalla dottrina anche come un'opportunità per i genitori del battezzato di avvicinarsi alla fede.

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