Il Pescivendolo è un leggendario animale con il corpo da sardina e la testa da sardina, ma non necessariamente della stessa sardina.
Alcuni studiosi ritengono che Il Pescivendolo venga citato dal filosofo Nietzsche nella sua celebre definizione di Superuomo come il nuovo tipo umano che si pone “al di là del bene e del male” e che di conseguenza non rispetta la fila in posta pur avendo ritirato il numerino all’apposita macchinetta automatica.
Il Pescivendolo è uno degli inventori del Movimento delle Sardine che si muovono come fossero un banco di pesci seguendo la luce della lampara che li porta dove vuole e li fa abboccare facilmente. In definitiva le sardine sono un gruppo di persone che amano stringersi “vicini, vicini”, pur avendo a disposizione grandi piazze, per protestare tenacemente con chi non la pensa come loro, anche se le sardine stesse non sanno esattamente come la pensano. Ciò che accomuna le sardine del Pescivendolo è la capacità di saper colorare su dei grandi cartoncini dei pesci colorati con i gessetti, non senza la difficoltà di trovare tra loro qualcuno con partita iva per poter fare fattura dal cartolaio.
Il Pescivendolo ha un sorriso smagliante che lo rende simpatico e affascinante stampato sul viso in maniera permanente, tanto che inizialmente alcuni scienziati pensarono erroneamente che si trattasse di una paresi. Inoltre egli afferma di non appartenere a nessuna ideologia, sebbene soffra terribilmente nel sapere che un treno arrivi in orario come accadeva circa un secolo addietro.
Il Pescivendolo non viene dal nulla, egli ha un lungo curriculum maturato negli anni che lo rende credibile ai più. In particolare, cosa di cui va molto fiero, egli ha conseguito il titolo di allenatore di frisbee. Cosa che gli torna molto utile con le femmine della sua specie quando una conversazione va scemando.
Il Pescivendolo ha un motto che ripete per mettere in difficoltà l’avversario e insieme auto motivarsi.
E’ un aforisma breve e conciso degno di Oscar Wilde, carico di significato che arriva subito al dunque e che riproponiamo perché i giovani ne possano trovare insegnamento: "Ma lei (…) se un bambino autistico quando gli passa un pallone da basket, questo ritrae le mani, come riesce a passarle la palla e fare in modo che questo la raccolga con quelle mani che non sa usare?" La frase, ripetuta come un mantra, torna anche utile come lassativo.
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