Don Massimo Biancalani esprime apprezzamento nei confronti del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e della sua ferma opposizione nei confronti del Decreto sicurezza.
Una disobbedienza civile da cui potrebbe sorgere un movimento, definito “rete” dal parroco di Vicofaro ma che suona tanto come l’ennesimo partito intriso di un più che interessato buonismo. “Contiamo sulla costruzione di una rete di realtà ecclesiali/regionali laiche e non che siano disponibili a fare sistema.”, ha rivelato Biancalani, come riportato da “Il Secolo d’Italia”.
“Ho un contatto con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Giudico positiva la sua opposizione alla messa in pratica del decreto Salvini. Approvo la disobbedienza civile. Mi piacerebbe incontrarlo per aprire anche un confronto con lui su questa ‘rete laico/ecclesiale. Abbiamo tanti ragazzi che vengono dalla Sicilia”.
Ed ecco che parte la solita solfa di chi si accanisce contro il Decreto sicurezza, esaltando il sistema degli Sprar e parlando di accoglienza da estendere anche a chi non proviene da zone di guerra o persecuzione ma tenta di raggiungere l’Europa per motivazioni di carattere economico, contribuendo così a saturare un sistema in tilt da tempo. “Sono molto critico sul decreto sicurezza e sulle politiche sull’immigrazione di questo governo perché vanno a peggiorare un sistema. Fanno acqua da tutte le parti, sono punitive, non hanno alcuna progettualità per quanto riguarda l’integrazione dei migranti e cancellano l’unico sistema funzionante, quello degli Sprar, limitato ormai ai soli casi di persone che riescono ad ottenere il riconoscimento della protezione internazionale in quanto vittime di guerra. Una limitazione questa che purtroppo gravemente ignora il fatto che la maggioranza degli immigrati proviene invece da aree subsahariane devastate da corruzione, povertà ed assenza di diritti civili e che scatenerà nel giro di pochi mesi a catena problemi di ordine pubblico dovuti all’assenza di permessi di soggiorno ed all’impossibilità di respingere gli immigrati nei loro paesi di provenienza”.
Ritorna anche un’altra tematica comune alla frangia di “disobbedienti”, ovvero i problemi di ordine pubblico, di cui potrebbero rendersi protagonisti proprio quanti sono stati fatti entrare nel nostro Paese pur non avendone diritto. La ricetta per evitare ritorsioni sarebbe pertanto quella di estendere diritti a tutti indistintamente.
“La politica del Governo non è solo insufficiente sul tema immigrazione ma assolutamente deleteria, negativa.” , attacca ancora Biancalani. “C’è un cambiamento culturale profondo nella politica italiana che non mi rappresenta e che non credo rappresenti il Paese. I permessi umanitari erano l’unica arma di salvezza per la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo. L’averli tolti apre adesso uno scenario di abbandono perché lascia migliaia di persone alla mercé di tutto e di tutti, senza tetto né possibilità di fare un contratto d’affitto. E’ una linea politica partita con il precedente governo ed accentuata da Salvini, una linea che noi contrastiamo portando avanti il progetto ideale di una chiesa aperta, a costo zero, cioè che non si avvale di contributi statali ma dell’attività di volontari per affrontare i problemi, per gestire l’opera di accoglienza ed allo stesso fare denuncia.
” Quando si parla di volontariato, tuttavia, bisognerebbe ricordare i casi di Trento e di Rovigo, dove il riferimento esplicito non sono i problemi di chi si presterebbe a titolo gratuito nell’opera di accoglienza e di integrazione, ma di chi necessita di fondi e finanziamenti per giustificare un suo impiego.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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