Aveva creato più di qualche polemica a livello nazionale, qualche giorno fa, la notizia della previsione di tagli alle risorse per l’accoglienza annunciata dal presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti.
Gli stranieri avrebbero quindi perso i privilegi a cui erano stati abituati, a partire dal supporto psicologico, fino ad arrivare all’orientamento al lavoro ed ai corsi di lingua italiana, prima garantiti a chiunque facesse richiesta di asilo politico. I tagli garantirebbero anche un consistente risparmio per le casse provinciali relativamente alle spese per i mezzi di trasporto utilizzati dai migranti, non più gratuiti ma a pagamento.
Arrivano oggi le prime proteste, con alcuni manifestanti che si sono dati appuntamento davanti al palazzo della provincia di Trento. Presenti i rappresentanti di Cgil Fp e di Cisl Fisascat quali, tuttavia, paiono maggiormente orientati ad esternare il loro disappunto più in materia di lavoro che di accoglienza. “I tagli colpiscono i migranti e avranno pesanti riflessi sui lavoratori trentini con decine di licenziamenti.”, protestano i sindacati, come riportato da “ImolaToday”.
“Senza assistenza per imparare l’italiano o per l’orientamento al lavoro aumenteranno le difficoltà del migrante per rapportarsi con gli enti pubblici e privati del territorio. Quindi maggiori code al pronto soccorso o quelle in un qualsiasi ufficio perché il migrante non conosce una certa procedura o non sa come muoversi. E quindi maggiore marginalità, esclusione, insicurezza sociale”.
Cgil e Cisl dunque premono affinché “l’Autonomia trentina operi davvero per la
sicurezza, come quella altoatesina, non solo per mantenere il sistema virtuoso di integrazione che conosciamo in regione, ma anche per la piena occupazione dei lavoratori operanti nel sistema di accoglienza”.
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