Biancalani: “Politica furba e di bassissimo profilo, noi continuiamo”

Il parroco di Vicofaro denuncia quelli che, a suo parere, sono i primi effetti del decreto Salvini, e confessa che le strutture a sua disposizione sono oramai al collasso: “Situazione insostenibile, non abbiamo più spazio”

Biancalani: “Politica furba e di bassissimo profilo, noi continuiamo”

Neppure il decreto sicurezza di Matteo Salvini riesce a scalfire la ferrea determinazione di don Massimo Biancalani. In una lunga intervista a “Tpi”, il parroco di Vicofaro (Pistoia) decide di sfogarsi, raccontando quelli che sono i drammatici effetti della nuova legge.

“Abbiamo già alcuni casi di ragazzi che vengono estromessi dagli Sprar, perché hanno un permesso umanitario, permesso che è stato abolito e sostituito da un permesso speciale” spiega Biancalani.

Vicofaro, come dice il religioso, sta indiscriminatamente continuando ad accogliere, ma la capienza degli spazi messi a disposizione comincia pian piano a scarseggiare. “Da noi arrivano due-tre persone a sera. Situazione insostenibile, non abbiamo più spazio. Gli ultimi spazi rimasti sono quelli della chiesa, dello spazio liturgico, con alcune decine di persone. Una volta finito quello spazio lì, siamo impossibilitati, oggi ci sono circa 120 persone. Abbiamo fortunatamente una chiesa grandissima, ma abbiamo all’interno dell’aula liturgica 50 persone”.

Se da una parte il parroco pistoiese guarda con speranza ed ammirazione al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che pochi giorni fa ha manifestato la chiara intenzione di voler continuare a garantire assistenza agli stranieri, si dimostra invece scettico ed assai critico nei confronti del governo italiano. “È una politica di bassissimo profilo anche culturale, furba, si approfitta di tutto. Certi movimenti hanno poco a che fare con la dottrina sociale della Chiesa. Basta confrontare le parole del papa con quello che viene fatto a livello politico”. L’attacco prosegue poi con una denuncia vera e propria. “Sono quelle forze che poi si riversano in Fratelli d’Italia, nella Lega, o in movimenti come Forza Nuova. Esistono oggi delle contraddizioni vere che indispongono prima di tutto noi che siamo preti”.

L’attenzione poi si sposta sulla situazione attuale della chiesa e su certe scelte prese riguardo la questione migranti. Alcune di queste ultime assai discusse, come la presa di posizione di Don Farinella (Genova). “Capisco il significato che vuole comunicare però io ho fatto un’altra scelta, ho messo i migranti in chiesa. Io fossi in lui avrei messo i migranti in chiesa come significato, ma ognuno ha un suo profilo. Anche la nostra scelta ha allontanato molti fedeli. E proprio in merito all’allontanamento di molte persone dalla religione, Biancalani commenta: “C’è un trend dovuto a fattori che mostra come un po’ in tutti i paesi occidentali secolarizzati le percentuali di fedeli si siano ridotte. D’altra parte è vero: fare certe scelte allontana un po’ di persone. Io non sto più a contare quanti siamo a messa, certo una chiesa piena mi fa piacere.

Il parroco di Vicofaro, infatti, si dice sereno e felice del lavoro svolto, nonostante le avversità. “Viviamo un certo isolamento, l’avversione della politica. È una partita molto aperta la nostra”. Per dare valore a quanto affermato, Biacalani cita l’esempio di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. “Chiunque dimostra che si può fare un lavoro positivo di accoglienza viene ostacolato. In un certo senso, rispetto a Riace, il fatto di essere chiesa ci ha tutelato.

Se la polizia decidesse di farci chiudere, vorrei vedere se avrebbe il coraggio di entrare in chiesa”.

La determinazione nel portare avanti la propria opera, anche se avversata, non vacilla. “Noi continuiamo perché la coscienza ce lo chiede”.

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