L'attentato terroristico sventato nei giorni scorsi sul Thalys Parigi-Bruxelles ha lasciato il segno. E rischia di cambiare radicalmente il modo di viaggiare sui treni in tutta Italia, mettendo a nudo la vulnerabilità dei trasporti su rotaia, fino ad oggi esclusi dagli imponenti sistemi di sicurezza messi a punto per il traffico aereo.
Due giorni fa al vertice anti-terrorismo a Parigi, le autorità europee hanno deciso il giro di vite sui controlli sui binari. Tutti i paesi dell'Europa dovranno aumentare i controlli, anche se sul "come" rimangono molteplici dubbi. Si dovranno introdurre i biglietti nominativi, rafforzare i pattugliamenti e i controlli sui bagagli, oltre che inserire i tornelli all'ingresso. A che punto è l'Italia? A fare il punto sarà un vertice tra il Viminale e la Direzione generale della Polizia di Stato comparto Polfer. Ma a valutare dalla situazione attuale, non si può stare molto tranquilli.
Ad eccezione delle stazioni di Milano, Firenze e Roma, tutte le altre stazioni non hanno alcun controllo all'ingresso dei binari. A Milano e Firenze sono già operativi i controlli, mentre a Roma è ancora il personale di servizio a controllare i biglietti. Senza considerare poi che, sia nel capoluogo lombardo che in quello toscano, i controlli sui biglietti sono molto blandi, al limite del ridicolo. Difficilmente si controlla se la data sul biglietto è corretta ed è semplice farla franca. A quanto asscurano però le Fs, i tornelli avrebbero ridotto del 90% i micro-crimini. Ma non sono utili nel caso in cui fosse necessario scovare armi o materiale esplosivo che un possibile terrorista volesse portare all'interno dell'area "protetta" dei binari. Comunque, presto le Ferrovie dello Stato introdurrannno i tornelli anche a Bologna, Napoli e Torino. Stazioni da dove passa il traffico transfrontaliero, quello che su cui le autorità europee stanno concentrando l'attenzione.
Non c'è da essere positivi nemmeno se si guarda al personale Polfer in servizio. Al momento sono 5mila i poliziotti a regime, di cui solo 2mila impiegati nelle stazioni. Senza contare che il Viminale ha soppresso solo qualche mese fa ben 12 presidi Polfer. Il segretario del sindacato Silp-Cgil, Daniele Tissone, ha detto al Messaggero: "Chi conosce la tratta di Ventimiglia sa che i problemi di controllo biglietti sono ricorrenti e può capitare che gli agenti in servizio finiscano spintonati o si beccano un cazzotto. Più in generale i treni, anche nelle tratte interne, stanno diventando luoghi ideali per reati comuni e i controlli andrebbero aumentati su tutto il territorio, non solo per il capitolo terrorismo".
Eppure l'idea che un treno possa un giorno saltare in aria per volere di un terrorista fa gelare il sangue ai responsabili della sicurezza di mezza Europa. I metal detector all'ingresso delle stazioni potrebbero essere una soluzione, ma a quanto pare non percorribile. La stessa società ferroviaria francese Sncf, si è ribellata a tale eventualità: vedendo passare ogni giorni milioni di utenti, il sistema ferroviario andrebbe in tilt e i costi (per i viaggiatori) rischierebbero di lievitare eccessivamente.
Così si è pensato di introdurre i biglietti nominativi, che permetterebbero di identificare chi sale sui treni e che al momento sono stati istituiti solo per quelli acquistati online. Eppure per diventare davvero utili ai fini della prevenzione al terrorismo, dovrebbe essere collegato a codici numerici che permettono di sapere rapidamente i movimenti in treno di un individuo.
Soprattutto se dicede cambiare itinerario. Ma, come successo per i le compagnie aeree, anche nel caso dei treni potrebbero esserci enormi resistenze.Complicando ulteriormente la lotta al terrorismo che viaggia su rotaie.
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