L'ennesima mattinata di fuoco degli operai Blutec di Termini Imerese, davanti i cancelli dell'ex stabilimento Fiat. Stamattina un presidio organizzato da Fim Fiom e Uilm ha chiesto la proroga della cassa integrazione per 564 lavoratori diretti e quella in deroga per altri 300 dell'indotto, oltre all'estensione delle tutele sociali anche a 62 tute blu rimaste scoperte dagli ammortizzatori sociali. Da giorni i sindacati chiedono un incontro urgente al Mise per affrontare il nodo della reindustrializzazione con il piano Blutec in fase di stallo da anni e mai realmente partito. "Il vicepremier Luigi Di Maio aveva assicurato che sarebbe stata rinnovata la cassa integrazione per i circa 700 lavoratori della Blutec. Ma è scaduta il 31 dicembre e ad oggi nessun decreto è stato firmato", dice Ludovico Guercio della Fim Cisl. I primi cittadini del comprensorio termitano, alcuni giorni fa, hanno sottoscritto un documento nel quale si dicono pronti a volare a Roma per una presenza a oltranza al Mise. "A seguito delle nostre richieste di un incontro - afferma Vincenzo Comella, segretario Uilm Palermo - il governo continua a rimanere in silenzio. Se per parlare con il ministro Luigi Di Maio c'è bisogno di 'comprare i gilet gialli', noi siamo disposti a farlo visto l’assurdo silenzio che c'è intorno alla questione". Sul piede di guerra anche il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta. "Saremo a Roma mercoledì - ha detto il primo cittadino - e chiederemo al ministro che convochi al più presto il tavolo tecnico sulla vicenda Blutec, soprattutto per la questione del piano di rientro dell'azienda con Invitalia, rimasto in sospeso. Vorremmo sapere, infine, se verrà firmata la cassa integrazione promessa ai lavoratori e quando decollerà finalmente il progetto di rilancio dell'intero polo industriale".
Secondo i primi cittadini di Termini, Lascari, Sciara, Caccamo, Aliminusa, Cerda, Cefalù, Trabia, Ventimiglia, Campofelice e della Città Metropolitana: "ciò che preoccupa, maggiormente, come rappresentanti degli Enti Locali è l’assenza di riscontro da parte del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nonostante le ripetute sollecitazioni a cura del Presidente della Regione Siciliana, del Prefetto oltre che della Amministrazione Comunale di Termini Imerese." L'assenza di prospettive concrete, il rischio di perdere anche quel minimo sostentamento derivante dagli ammortizzatori sociali, in un territorio come quello Imerese, caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione e dalle fragili caratteristiche socio-economiche non consente di sostenere ulteriori passi indietro." Gli amministratori tornano quindi a chiedere "una convocazione urgente e non più rinviabile".
A chiedere un incontro allo stesso Di Maio ci ha pensato anche il presidente della Regione Nello Musumeci che nei giorni scorsi aveva scritto una missiva al ministro del lavoro: "La soluzione della vertenza - dice il Governatore - non può che essere individuata a livello centrale. Le chiedo, al riguardo, di valutare l'istituzione presso il ministero di un tavolo tecnico dedicato, che coinvolga anche le istituzioni locali e al quale si assicura ogni necessario contributo".
Non si è fatta attendere la replica di Blutec che si dice stupita dalla situazione attuale. "Ad oggi non ci risulta alcun rilievo ufficiale al nostro piano di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese, sul quale stiamo continuando a lavorare con il massimo impegno.
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