Bologna, scherzi telefonici a un avvocato: nei guai due carabinieri

I due militari si divertivano a fare scherzi telefonici al legale. Gli ordinavano pizze a domicilio e lo avevano iscritto ad un'agenzia matrimoniale

Bologna, scherzi telefonici a un avvocato: nei guai due carabinieri

Sono finiti nel registro degli indagati due carabinieri a Bologna per aver preso di mira, con scherzi telefonici, un avvocato della zona. Per questo la procura della Repubblica del capoluogo emiliano ha chiesto una misura interdittiva contro i due militari su cui si indaga per atti persecutori e depistaggio. La vittima della vicenda, come detto, è un legale che esercita la sua professione nel capoluogo emiliano.

I due artefici degli scherzi gli facevano recapitare pizze a domicilio che non aveva mai ordinato, lo avevano iscritto a sua insaputa ad agenzie matrimoniali oppure lo perseguitavano con centinaia di telefonate mute e, ancora, una volta gli hanno messo uno stecchino nel citofono nel cuore della notte. Una serie di atti che si sono protratti per due lunghi anni. Ventiquattro mesi costellati da “scherzi” di pessimo gusto ai danni dell’avvocato, fino a quando il legale, stanco dei continui soprusi, non ha trovato il coraggio di sporgere denuncia contro ignoti, proprio - massimo paradosso dell’intera vicenda - nella caserma dei carabinieri.

Secondo gli accertamenti condotti dai militari della compagnia di Bologna centro e del nucleo investigativo dell’Arma, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto procuratore Stefano Dambruoso, i due militari dell'Arma, responsabili degli scherzi, avrebbero evitato di indagare su loro stessi sviando, così, le attività di inchiesta dopo la denuncia dell'avvocato (da qui l'accusa di depistaggio). Come dire: i due carabinieri avrebbero dovuto indagare su se stessi in una situazione che definire a dir poco paradossale è assai riduttivo visto come si è svolta l’intera vicenda.

Poi, da alcune ricerche più accurate, è emerso che le chiamate alle pizzerie erano state fatte dalle cabine telefoniche per strada e, attraverso alcune celle agganciate nella zona del centro, si è risaliti alle utenze dei due militari autori degli scherzi. Ai due responsabili, di cui non si conosce l'identità, sono stati messi sotto sequestro gli smartphone personali ed i computer di lavoro. I loro colleghi hanno dovuto perquisire gli uffici in caserma dove lavoravano i due militari da lungo tempo in servizio a Bologna. Domani, nella procura della Repubblica, si terranno gli interrogatori.

Quel che si vuol fare emergere dall’attività di inchiesta è, ovviamente, le ragioni che hanno mosso i due carabinieri ad architettare e a realizzare questi scherzi che sono costati le pesanti accuse di atti persecutori e depistaggio delle indagini.

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