Maxi risarcimento di un milione di euro. Questa la cifra che il Tribunale civile di Bologna ha deciso che l'Ausl del capoluogo emiliano dovrà corripondere ai familiari di una donna di 37 anni, madre di 3 bimbi piccoli, deceduta in ospedale diversi anni fa a seguito di una banale operazione di rimozione di calcoli renali alla quale erano subentrate delle complicazioni. Lo rende noto Il Resto del Carlino dell'edizione di Bologna.
La donna era stata operata il 14 ottobre del 2009 e, nonostante soffrisse di infezioni alle vie urinarie, era stata giudicata in buona salute ed operabile. Dopo l'intervento però sopraggiunsero quasi immediatamente delle complicazioni, le quali portarono ad una sepsi urinaria che condusse la giovane alla morte appena 3 giorni dopo l'intervento. Così la famiglia, dilaniata dal dolore per la perdita, decise di proporre un procedimento penale, il quale si concluse con l'assoluzione totale dei medici.
Senza perdersi d'animo i familiari avevano deciso di intraprendere una nuova causa, stavolta civile, dagli esiti completamente differenti.
I ctu nominati dal Tribunale infatti, avevano sottolineato di come i medici fossero a conoscenza che la 37enne soffrisse spesso di infezioni alle vie urinarie, nonostante ciò avevano comunque deciso di non predisporre degli esami per escluderne una in atto: se l'avessero fatto sarebbe emersa la positività all’infezione e l’avrebbero sottoposta a una terapia antibiotica prima dell’intervento, non dopo come in realtà avvenuto e quando oramai per la giovane non c'era più nulla da fare.Il Tribunale di Bologna nelle motivazioni alla sua sentenza giustifica il milione di euro parlando del dolore e della sofferenza provocati dalla perdita della persona cara e per il quale non c'è risarcimento che tenga
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