Il boom delle chiese evangeliche che conquistano le periferie

Una delle realtà che è impossibile non notare nei quartieri popolari di Napoli è la radicata presenza di chiese evangeliche

Il boom delle chiese evangeliche che conquistano le periferie

Una delle realtà che è impossibile non notare nei quartieri popolari di Napoli è la radicata presenza di chiese evangeliche.

A San Pietro a Patierno, a Scampia, al Rione Sanità come nelle altre zone della città è pieno di piccole chiese nei “bassi”, in appartamenti, nei locali al pian terreno. Piccole realtà ma ben radicate su tutto il territorio. Le chiese non sono frequentate da stranieri, ma da napoletani da generazioni.

Gli evangelici non credono nel Purgatorio, credono nei santi e nella Madonna, ma non li venerano e non considerano il crocifisso come il simbolo del cristianesimo. Colpisce che nella città famosa in tutto il mondo per le edicole votive con santi e madonne, per il culto delle anime del Purgatorio, per gli splendidi crocifissi, le chiese evangeliche, più che in altri luoghi in Italia, abbiano trovato terreno fertile. Considerando meglio la questione si comprende però che è nell’animo di Napoli tenere insieme realtà apparentemente lontane anni luce. È il fascino di una città che si contraddice mille volte e che nonostante tutto ha trovato un suo equilibrio.

A San Pietro a Patierno esistono più chiese evangeliche, quella di via G. Pascale 48 fa parte dell’Assemblee di Dio in Italia (A.D.I). Il pastore della chiesa si chiama Frisone Letterio. Non tutte le chiese evangeliche fanno parte quest’associazione.

La chiesa dell’A.D.I di San Pietro a Patierno nacque nel 1980. I primi evangelici predicavano casa per casa, dopo pochi mesi fu inaugurata la chiesa. Non tutti ci accolsero bene, racconta il pastore, “anzi alcuni ci accusarono di essere la causa del terremoto dell’Irpinia. Ciò non toglie che altri si convertirono. Passati gli anni la fiducia nella nostra chiesa è aumentata”. Gli evangelici insegnano alle persone che sentono un vuoto o che soffrono che grazie alla conoscenza del Vangelo e di Dio si può non solo trovare conforto, ma anche migliorare. Questo lato motivazionale che spinge al cambiamento è molto importante e sembra avere avuto un certo ruolo nel successo delle chiese evangeliche nei quartieri popolari di Napoli. Il pastore racconta che non sono poche le persone che non avevano rispetto per gli altri o che erano cascate nella droga che con la conversione hanno cambiato vita.

Le Assemblee di Dio in Italia fanno parte del movimento evangelico mondiale. Nel 1988 hanno firmato un accordo per regolare i loro rapporti con lo Stato italiano. Gli evangelici credono che bisogna ritornare alla fonte biblica del Vangelo eliminando ogni sovrastruttura. Nel mondo sono un centinaio di milioni. La chiesa nei sui opuscoli afferma di “ripudiare ogni spirito settario e ogni polemica con qualsiasi organizzazione politica e religiosa, perché lo scopo non è dividere gli spiriti, ma ricercare le anime di qualsiasi credo e particolarmente quelle angosciate e turbate per presentare loro la consolazione del Vangelo”. Un altro capo saldo della fede evangelica è il rispetto delle leggi dello Stato come “stabilito da Dio”.

Non si tratta di una chiesa di massa alla quale si appartiene dalla nascita. I fedeli credono che la chiesa nell’era apostolica fosse un esempio di spontaneità e di potenza a cui bisogna ispirarsi. Non ammettono altri riti se non quelli descritti nel nuovo testamento: il battesimo per immersione dei credenti, la cena del signore con pane e vino distribuiti ai fedeli e la preghiera per la guarigione dei malati. Quest’ultima non in contrasto con la scienza medica, ma come arma in più.

I riti sonno animati da canti e invocazioni del signore spontanei e la forte convinzione della presenza di Dio tra i fedeli. La comunità dei credenti sviluppa la loro vita spirituale con la preghiera in comune, la meditazione, lo studio della bibbia e l’azione pratica.

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