Bossetti e la corsa di Yara nel campo: "Pioveva, facile perdere le scarpe"

Gli inquirenti prestano grande attenzione a una frase pronunciata dal muratore durante un colloquio con sua moglie

Bossetti e la corsa di Yara nel campo: "Pioveva, facile perdere le scarpe"

Nelle carte dell'inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio, emerge un altro particolare interessante, frutto dell'intercettazione di una delle conversazioni fra Massimo Bossetti e sua moglie Marita Comi. I due parlano degli ultimi momenti della ragazzina. A un certo punto Bossetti afferma che "il campo era bagnato". Si riferisce al terreno di Chignolo d'Isola sul quale è stato trovato il cadavere di Yara. La ragazzina si sarebbe messa a correre, per tentare di mettersi in salvo, ma evidentemente è caduta. Bossetti conosce molti particolari anche perché segue la tv e il racconto dell'inchiesta. Con la moglie, però, si lascia andare a una riflessione che induce a riflettere gli inquirenti. Il colloquio cui fa riferimento il Corriere è quello avvenuto in carcere lo scorso 23 ottobre.

Bossetti inizia così: "L’ho sempre detto anche al pm. Diamo il caso che sia stato io, come voi dite, come avrei potuto fare a fermarmi davanti alla palestra o per casa sua". La moglie interviene: "L’hai convinta a salire dicono". Il muratore risponde: "Come se la conoscevo, a sto punto. Poi un’altra cosa, una ragazza si divincola, giusto?". Il passaggio che più interessa agli inquirenti arriva dopo. La signora Bossetti fa un riferimento alle scarpe della ragazza, le "scarpe slacciate". Il muratore dice questo: "Poi gli ho detto (al pm, ndr), anche se dovessi essere stato io a rincorrerla in un campo, diciamo che in quel periodo lì pioveva, o nevicava, ti ricordi?". La Comi ribatte: "Quella sera lì no, però". E a quel punto arriva la frase sospetta: "Però il campo era bagnato, la terra impalciata e tutto, se corri in un campo, è facile che le scarpe si perdano".

Particolare insignificante o flashback di una scena vissuta in prima persona? Per gli inquirenti potrebbe essere un'involontaria ammissione del ricordo, esatto, di ciò che è accaduto quella sera del 26 febbraio 2010. La difesa di Bossetti ribatte: non ci sono prove che la ragazza sia morta nel campo. Potrebbe essere stata uccisa in un altro posto e portata lì in un secondo momento. Secondo l'anatomopatologa Cristina Cattaneo "il corpo di Yara Gambirasio è rimasto nel campo di Chignolo d’Isola dal momento della sua morte, avvenuta a poche ore dopo la sua scomparsa, fino al momento del suo rinvenimento. Si può prospettare, in termini di alta verosomiglianza, che la Gambirasio sia morta nel campo ove fu rinvenuta cadavere il 26 febbraio 2011". La ragazza stringeva nella mano destra un ciuffo d’erba della stessa specie di quella trovate vicino al corpo.

Questo potrebbe voler dire una cosa: ha afferrato quei ciuffi di erba dal terreno, più o meno volontariamente, proprio mentre si trovava lì. Se fosse morta prima in un altro luogo non avrebbe potuto farlo. Quindi è molto probabile che Yara sia morta in quel campo.

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