Secondo il comandante del Ris di Parma, Giampietro Lago, vi è "una piena compatibilità per morfologia, cromatismo e composizione chimica tra le fibre di tessuto trovate sui leggins di Yara Gambirasio e quelle dei sedili dell’autocarro di Massimo Bossetti". L’ufficiale ha raccontato il complesso procedimento mediante il quale si è giunti a comparare le fibre di colore giallo, turchese e di due tipi di azzurro trovati sui leggins della ragazza e quelli, invece, che compongono i sedili del mezzo del muratore. Fibre che - ha sempre sostenuto la difesa - sono invece comuni a molti mezzi in circolazione. Il comandante del Ris di Parma, Giampietro Lago, poi rispondendo alle domande del pm di Bergamo Letizia Ruggeri, nel processo a carico di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha spiegato che "nelle banche dati internazionali è raccolto solamente il Dna nucleare". Uno degli argomenti del processo, infatti, è il dubbio, avanzato dalla difesa, della mancata corrispondenza tra il Dna nucleare trovato sul corpo della ragazza e attribuito a Bossetti e quello mitocondriale del quale non è stato possibile stabilire l’appartenenza. L’ufficiale ha ribadito che "è solamente il Dna nucleare quello in grado di identificare una persona" ed è il solo ad avere valore forense mentre quello mitocondriale viene usato per altri scopi. Riguardo al Dna di ignoto1, che altri laboratori, non quello del Ris, attribuirono a Bossetti, Lago ha spiegato che "una cinquantina di marcatori" rivelarono essere della persona che aggredì Yara. Un dato che, di fatto, esclude dei margini di incertezza.
Lago ha spiegato poi che, in presenza di quindici marcatori, vi è un "sufficiente margine per essere certi dell’identificazione e ha ribadito come Dna nucleare e Dna mitocondriale siano questioni totalmente diverse".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.