Brindisi, il killer ha agito per problemi economici "Chiedo perdono a famiglia"

Giovanni Vantaggiato viene sentito per più di tre ore. Ha agito dopo aver subìto due truffe. L'obiettivo? Scelto perché vicino al tribunale e alle vie di fuga

Brindisi, il killer ha agito per problemi economici "Chiedo perdono a famiglia"

"Un interrogatorio lungo e drammatico" durante il quale Giovanni Vantaggiato, il killer di Brindisi, è scoppiato in lacrime, ribadendo la confessione già resa e ha "avuto un pensiero per la ragazza morta", per Melissa Bassi, la sedicenne uccisa dal suo atto scellerato e per "le altre ferite e si è detto vicino alla famiglia", alla quale vuole scrivere una lettera per chiedere perdono.

È Franco Orlando, legale del 68enne di Copertino, a riportare le dichiarazioni choc del killer di Brindisi. L'avvocato non entra nel dettaglio e aggiunge solo di attendere ora la decisione del gip sulla convalida del fermo. Decisione che si aspetta ancora, al termine di tre ore e mezza di udienza e interrogatorio di garanzia.  

Il gip di Brindisi, Ines Casciaro si è riservata la decisione su due fronti. Tanto sulla convalida del fermo quanto sull'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dai pm. Domani o già oggi nel pomeriggio una risposta chiara.

E chiarezza si dovrà fare anche su quei punti dell'attentato che tuttora rimangono oscuri. Gli investigatori hanno individuato - ormai ne sono certi - il principale responsabile della drammatica esplosione di Brindisi, ma rimane il dubbio che siano ancora da trovare i complici, che lo avrebbero aiutato a portare a compimento il gesto.

Vantaggiato, che pure non ha voluto indicare il movente del suo gesto, si è comunque lasciato sfuggire durante l'interrogatorio di mercoledì un plurale che potrebbe tradire un concorso di altri soggetti, implicati nei fatti. Poco chiaro anche l'ipotetico mandante del gesto. Al gip però ha detto di aver fatto "un gesto dimostrativo perché ho subito due truffe e perché il fatturato negli ultimi anni è diminuito". Il 68enne infatti non sarebbe stato pagato da un suo cliente, Cosimo Parato, e da un fornitore di Avetrana, per u totale di 400mila euro. Da quando nel 2003 inoltre non aveva più l'appalto con la Provincia per alcune scuole superiori di Brindisi (tra cui proprio l'istituto Morvillo Falcone), i suoi affari si erano ridimensionati di molto (circa il 70% del fatturato).

Al giudice Vantaggiato ha anche spiegato come ha realizzato la bomba e come l'ha piazzata davanti alla scuola. Prima dell'attentato inoltre, avrebbe fatto delle prove in campagna. In ogni caso ha negato il coinvolgimento di altre persone e che il gesto fosse dettato da ragioni politiche o fosse legato alla Sacra Corona Unita.

Nell'interrogatorio, l'uomo ha chiarito come mai

l'obiettivo del suo attentato sia stato proprio l'istituto Morvillo Falcone. La scuola, infatti, oltre che al tribunale, è vicina alla superstrada che gli avrebbe permesso di allontanarsi velocemente da Brindisi.

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