QUEL PLURALE GALEOTTO
Vantaggiato nega che qualcuno lo abbia aiutato. Ma il gip non gli crede. «Nell’interrogatorio - scrive - in almeno due circostanze l’imputato ha utilizzato il plurale, con riferimento per esempio al posizionamento dei sedili che, ha detto, “abbiamo tirato avanti”, così dimostrando che tutte le volte che si è trovato a passare da un argomento all’altro, potendo concentrarsi di meno sulle risposte, ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice». Un dettaglio reiterato che per il gip conferma come «nonostante la volontà di negare la presenza di complici, non può aver agito da solo». Non la pensa così il difensore di Vantaggiato, Franco Orlando: «Ha sempre ribadito di aver fatto tutto da solo. Quello del plurale è un equivoco, quando parla lo usa come intercalare, non è affatto un’ammissione implicita».
IL GIALLO DELLE AUTO GEMELLE
C’è un altro passaggio dell’ordinanza che sembra confermare la tesi del complice. A pagina 3, parlando delle due auto di Vantaggiato, la Hyundai e la Fiat, il gip scrive che «esse sono visibili sia la notte tra il 18 e 19 maggio 2012 (...) sia la mattina successiva in orario precedente e successivo all’esplosione». Finora si pensava che Vantaggiato avesse utilizzato solo la Fiat Punto per trasportare e piazzare l’ordigno, facendosi immortalare sulla Lecce-Brindisi, e invece la Sonica la mattina dell’attentato. Una novità investigativa o un abbaglio?. A rafforzare la pista c’è un testimone che descrive un uomo diverso, con altre caratteristiche, trascinare quel bidone la notte prima dell’attentato
LA MOROSA E LA SCUOLA
Non c’è tre senza quattro. Se venisse dimostrato che c’è il killer di Brindisi dietro i tre attentati che distrussero l’auto e ferirono gravemente Cosimo Parlato - l’imprenditore di Torre Santa Susanna denunciato per truffa da Vantaggiato e condannato un mese esatto prima dell’attentato - per gli inquirenti si aprirebbe una nuova pista. Quella collegata alla presenza della fidanzata del figlio di Parato nella scuola Morvillo Falcone, scuola che la fidanzatina, come Melissa, raggiungeva in bus. E questa «coincidenza» potrebbe giustificare l’obiettivo, la decisione di far esplodere la bomba all’arrivo del pullman delle ragazze, la determinazione nel colpire alla cieca (forse perché non conosceva di persona la fidanzata del primogenito del suo nemico). Sul punto Vantaggiato al gip ha negato tutto, ribadendo di aver scelto il posto solo per la logistica favorevole: «Non ho proprio pensato al fatto che lì c’era una scuola. Non era il mio obiettivo».
L’AMORE PER LA BOMBA
Come detto si indaga anche su eventuali precedenti da «bombarolo» di Vantaggiato. Che per gli esplosivi sembra avere una passione quasi narcisistica, quasi da «infermità mentale» per la difesa: le bombe gli piacciono come il fuoco a un piromane. Si sta cercando di capire se può aver colpito prima, a cominciare proprio dall’attentato a Parato, datato 2008, e analizzando anche altri attacchi dinamitardi alla ricerca dello stesso modus operandi. Un punto chiave anche per comprendere l’esistenza di un complice è il modo in cui il 68enne ha raccontato la ricetta: «La composizione dell’esplosivo l’ho letta su un’enciclopedia in casa. Ho letto che era necessario utilizzare potassa, polvere di carbone, zolfo e acido nitrico in determinate percentuali. Mi sono perfezionato, ho fatto i test in campagna e ho costruito l’ordigno».
Gli inquirenti vogliono capire se era in grado di fare da solo - e allora perché cercare informazioni nei libri - o se qualcuno l’ha aiutato. Nel frattempo a pagare è anche il preside, Angelo Rampino, sospeso per ragioni di opportunità a causa della sua incredibile esposizione mediatica. Troppe interviste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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