L'Europa corre ai ripari di fronte alla recrudescenza della pandemia. Preoccupa soprattutto l'arrivo della variante Delta plus identificata anche in Italia, al momento soltanto in 93 casi. Ma questa volta il nostro Paese nella favola di Esopo ha fatto la parte della formica. Il governo guidato da Mario Draghi è stato prudente e non ha mollato gli ormeggi, ha tirato su l'ancora ma ha navigato vicino alla costa, imponendo l'obbligo del green pass per qualsiasi attività collettiva e raccomandando l'uso della mascherina. I contagi risalgono come è inevitabile andando incontro all'inverno ma restano sotto controllo. I dati del bollettino quotidiano nell'ultima settimana segnano un aumento determinato anche dal boom di tamponi.
Nella rielaborazione di Quotidiano Sanità i nuovi casi nella settimana 18/24 ottobre segnano un più 32% rispetto alla settimana precedente mentre i tamponi segnano un più 39%. Scendono anche i ricoveri in emergenza mentre gli ordinari salgono del 3%. L'ultimo bollettino registra 2.535 nuovi casi con un tasso di positività in salita rispetto al giorno precedente pari all'1,1. Aumento inevitabile di fronte al decremento del totale dei tamponi 222.385 contro i 403.715 di due giorni fa con un rapporto positivi tamponi dell'1,1%. Le vittime sono 30 per un totale di 131.856. Salgono i ricoveri in area medica, più 106, scendono quelli in terapia intensiva, meno 3. A quali misure sta pensando il governo in vista di un eventuale peggioramento, atteso con l'arrivo dell'inverno e la sovrapposizione con l'influenza stagionale? Da un lato non mollare la presa su chi ancora rifiuta il vaccino per raggiungere il 90% di copertura della popolazione vaccinabile. «Dobbiamo raggiungere e mantenere una copertura vaccinale al di sopra della soglia che noi definiamo immunità di gregge, odi comunità, che ci permette di tenere la trasmissione sotto controllo. E a questa soglia si arriva con una copertura del 90%», dice Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute. Per Rezza il Covid ci deve insegnare a essere parati per l'eventuale arrivo di «una malattia X tra dieci o 50 anni».
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ribadisce che «qualora se ne ponessero gli estremi, si potrebbe arrivare a considerare l'obbligo». Locatelli annuncia anche la possibilità di somministrare una seconda dose con un vaccino a mRna, per chi ha ricevuto il monodose Johnson&Johnson. Un richiamo, puntualizza Locatelli, che «dovrebbe essere calendarizzato ad almeno due mesi dalla prima dose». Quindi: obbligo vaccinale se non si riuscisse a raggiungere la soglia del 90% di copertura; un richiamo per chi ha ricevuto il monodose J&J e l'estensione della terza dose di vaccino per tutti, come spiega il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
«La terza dose oggi è raccomandata per alcune categorie, in particolare quelle più fragili, ma la terza dose di vaccino anti Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile», conferma Brusaferro, precisando che si deciderà «monitorando la persistenza della risposta immunitaria» in base alle evidenze. E l'Ema, l'Agenzia europea per il farmaco, ieri ha dato l'ok anche alla terza dose con Moderna ritenuta sicura ed efficace con metà dosaggio rispetto alle prime inoculazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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