Calabria, 10 morti nel fiume. Ora si cercano tre dispersi

ll torrente Raganello è ancora in piena e sta rendendo difficili le operazioni di ricerca. I soccorritori sono al lavoro per capire se ci sono altri dispersi

Calabria, 10 morti nel fiume. Ora si cercano tre dispersi

Il torrente Raganello ancora in piena sta rendendo difficili le ricerche di eventuali altre persone bloccate nelle gole all'interno del parco del Pollino (Calabria), intanto il numero dei morti è stato portato a 10. Nella notte uno dei feriti è deceduto in ospedale per un trauma toracico riportato nell'esondazione del torrente. Per quanto riguarda gli altri feriti, invece, sono almeno 5 le persone in gravi condizioni. Una bambina di 9 anni è stata trasferita all'ospedale di Napoli, mentre quattro uomini presentano politraumi. In queste ore sono stati ritrovati i tre dispersi. I tre si trovavano in un'altra zona a Colle dell'Impiso, in provincia di Potenza in Basilicata. Così sono sfuggiti alla tragedia dell'esondazione.

"La difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all'appello è dovuta al fatto che gli escursionisti erano in gruppi sparsi" spiega il capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi. Ma ad essere travolti dall'ondata di piena sono state anche persone che avevano deciso di fare un tuffo nel torrente. Una delle vittime, infatti, è stata rinvenuta in costume da bagno, senza l’attrezzatura necessaria per le escursioni. La situazione, quindi, si fa piuttosto grave. La forza dirompente dell’acqua, alimentata dal violento temporale che si è abbattuto nella zona, ha scaraventato le vittime anche a cinque chilometri di distanza dal luogo in cui sono state travolte. I sopravvissuti parlano di un boato, seguito da un muro di fango che ha trascinato via tutto.

La polemica

La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo, ancora contro ignoti, per omicidio colposo, lesioni, inondazione e omissione d’atti d’ufficio, per accertare eventuali risvolti penali della vicenda: "Bisogna capire perché gli escursionisti erano lì nonostante le pessime condizioni meteo", ha dichiarato il prefetto Paola Galeone. E mentre i soccorritori continuano a cercare per vedere se ci sono altri dispersi, Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, afferma: "Quello che emerge è che qualcuno, vista l'allerta meteo diramata il giorno prima, ha fatto una valutazione puntuale del rischio e si è astenuto dal correre un pericolo salvandosi grazie alla presenza di guide esperte, altrimenti sarebbe stata una strage; mentre altri non lo hanno fatto e ora bisogna capire chi sono queste guide e se erano adeguatamente preparate. Poi c'è la questione di regolamentare l'accesso a certi luoghi: lì c'è un regolamento che non è stato applicato".

Le regole del Raganello

Le gole del Raganello per essere visitate impongono regole ben precise. Regole che forse qualcuno non ha rispettato. "C'è bisogno, al di là dell'indagine penale, di capire chi doveva fare cosa - ha tuonato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa -. È una ricerca della trasparenza, non solo della responsabilità. Il Paese si è stancato di piangere morti. Se poi queste morti sono figlie di negligenza, sciatteria, incapacità, poca professionalità, sono morti che reclamano, che urlano. E noi non possiamo e non vogliamo permettercele. Abbiamo complessivamente 44 persone coinvolte, 23 sono state salvate per opera dei vigili del fuoco in particolare, e devo ringraziarli fino in fondo, senza riportare ferite significative, 11 sono feriti e quindi ricoverati e 10 ci hanno lasciato".

Ma, oltre al meteo (era stata dato l'allarme meteo), è stato ignorato lo stesso regolamento comunale Gole sicure che, tra i molti obblighi, dispone anche il divieto di accesso ai minori di 10 anni. Il torrente Raganello si incunea nei monti del massiccio del parco nazionale del Pollino.

Lì sono presenti cascate e rapide, ma si tratta di un'esperienza sconsigliata a chi non è pratico. Al sito, però, si può accedere liberamente e non tutti si rivolgono agli esperti per visitare i canyon e fare rafting, preferendo il turismo fai-da-te. Purtroppo.

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