Troppo caldo fa male: lo sappiamo e ce ne stiamo accorgendo soprattutto negli anni Duemila quando le ondate di calore, statisticamente, sono aumentate e sono diventate più intense rispetto al Novecento. Uno studio americano pubblicato su Jama Network ha messo in luce che c'è stata una mortalità maggiore dello 0,07 persone ogni 100mila abitanti negli Stati a stelle e strisce nel periodo compreso tra il 2007 e il 2018. Sembrano numeri irrisori ma messi insieme significano 1.373 morti ogni anno causati da ondate di calore killer, ossia quelle intensi e persistenti e con tassi di umidità alle stelle.
I numeri italiani
Gli esperti americani hanno concluso che i risultati suggeriscono come il caldo estremo sia stato associato ad un eccesso di mortalità maggiormente osservato tra gli anziani, gli uomini e i neri non ispanici. "Senza mitigazione, il previsto aumento del caldo estremo dovuto al cambiamento climatico potrebbe ampliare le disparità di salute tra i gruppi". Ma qual è la situazione in Italia? Secondo i numeri del ministero della Salute, soltanto l'anno scorso si sono registrati più di duemila decessi tra gli over 65 rispetto alle medie degli anni precedenti. Il 2021, lo ricordiamo, a livello europeo si è registrata l'estate più calda degli anni Duemila, nel nostro Paese seconda soltanto all'indimenticabile 2003.
Le città più a rischio
Come viene riportato da Repubblica, non tutti gli eccessi di caldo provocano gli stessi effetti alla popolazione: dipende da zona a zona e dalle aree e città più suscettibili rispetto ad altre. Al primo posto tra gli eccessi di mortalità troviamo Bari con un aumento del 46%, poi c'è Campobasso (+30%) e al terzo posto Catania (+27%), uno dei centri con numerosi giorni di temperature massime over 40°C tra luglio e agosto scorso. Le variazioni, come dicevamo, sono molteplici e dipendono da tanti fattori: dalla singola ondata di calore alle caratteristiche medie della popolazione (più o meno anziana) e alle aree, più verdi e fresche o aride e secche (o afose). La nostra Italia ha una tale varietà di paesaggi che non si può inquadrare un'area in cui si "rischia" di più rispetto a un'altra, dipende certamente dalla situazione momentanea. In generale, però, l'aumento di mortalità c'è stato e i numeri parlano chiaro.
"Aumento fino al 50%
Anche i numeri dell'Oms non mentono: tra il 1998 e il 2017, le ondate di calore in tutto il mondo hanno fatto almeno 166mila vittime con un picco di 70mila nel continente europeo nel 2003, l'estate dei record e dell'anticiclone africano mostruoso che durò ininterrottamente da maggio a settembre. Gli esperti temono che la tendenza all'aumento termico e la frequenza con cui si verificano certi fenomeni, possa far ripresentare il problema anche nei prossimi anni. "Le soglie di rischio sono molto variabili, tra le diverse città, sia in base alle caratteristiche della popolazione, sia nel corso della stagione estiva in quanto ci adattiamo al caldo", ha spiegato a Repubblica Francesca de' Donato dirigente del "Dipartimento di Epidemiologia del Sistema Sanitario Regionale del Lazio" dell'Asl Roma 1.
"Quello che possiamo dire è che l'essere esposti a temperature elevate ha un impatto sulla salute, che durante le ondate di calore e nei giorni di allerta può portare ad un aumento della mortalità che va dal 20 al 50% soprattutto nelle categorie a maggior rischio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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