Ecco come cambiano i colori delle regioni italiane in seguito al monitoraggio settimanale della cabina di regia ministero della Salute-Iss. Un Paese colorato di arancione e rosso con qualche sorpresa inattesa. Fino al 30 aprile non ci saranno zone gialle. Come da regola, ogni regione deve restare per almeno due settimane in un colore prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, sempre che abbia dei dati compatibili con lo scenario di rischio meno pesante. Quelle che adesso sono rosse dovranno restare in questa fascia per quindici giorni, nei quali dovranno passare due monitoraggi con dati da zona arancione prima di potervi accedere.
Il Lazio diventa arancione
L’unica regione a passare dalla zona rossa a quella arancione è il Lazio, come era stato anticipato e poi confermato in conferenza stampa da Roberto Speranza, ministro della Salute. Dal prossimo martedì potranno quindi riaprire le scuole, i negozi, i parrucchieri e i centri estetici. Restano arancioni la provincia autonoma di Bolzano, la Liguria, l’Umbria, l’Abruzzo, il Molise, la Sardegna e la Sicilia. Ripetiamo che fino al 30 aprile non ci saranno zone gialle e che, per restare arancioni, queste regioni dovranno avere dati compatibili con la fascia di colore.
Le regioni rosse
Si coloreranno di rosso la Calabria, la Toscana e la Valle D’Aosta che andranno così ad aggiungersi alla provincia autonoma di Trento, alla Lombardia, al Piemonte, al Friuli-Venezia Giulia, all’Emilia-Romagna, alle Marche, alla Puglia, al Veneto e alla Campania. Per quanto riguarda la Puglia si parla di un rosso rafforzato, la Regione ha infatti deciso di inasprire ulteriormente le norme restrittive. La Valle d’Aosta mostra un Rt molto alto, a 1,75, e un’incidenza di 292, di molto sopra la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti che decreta la fascia rossa. La Calabria ha un’incidenza ancora relativamente bassa, a 132, ma presenta un Rt che preoccupa, a 1,37.
Secondo la regola, otto di queste regioni e una provincia resteranno rosse anche dopo il periodo pasquale, almeno fino a martedì 13 aprile. Si tratta di Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d'Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), e Veneto (254). Oltre a Toscana e Calabria. La Campania è l'unica a mostrare dati da zona arancione e, se verranno confermati anche dal prossimo monitoraggio, potrebbe diventare arancione dal 7 aprile.Il caso della Toscana in rosso
Beffa per la Toscana che era praticamente certa di restare arancione e si vede invece colorata di rosso dal prossimo lunedì, 29 marzo. La decisione è stata presa in seguito a nuovi dati che sono stati comunicati in ritardo dalla Regione. Dopo che è stato rifatto il conteggio dei casi positivi, il dato relativo ai nuovi contagi settimanali su 100mila abitanti supera la soglia massima di 250, arrivando a 251. Mentre dai dati di giovedì scorso si parlava di 248. A ricalcolare il tasso di incidenza è stato l’Iss sulla base dei dati della settimana compresa tra il 19 e il 25 marzo inclusi. Secondo quanto riferito dal ministero della Salute, la Regione Toscana avrebbe comunicato in ritardo alcune notifiche di contagi relativi agli scorsi giorni e sarebbe stata proprio l’aggiunta dei dati comunicata da Firenze a far cambiare idea. E pensare che fino a questo pomeriggio il Comitato tecnico scientifico dava ancora la Toscana arancione. Dai dati aggiornati a giovedì, la Regione era ferma a 9.150, ovvero 82 in meno rispetto a quelli che avrebbero fatto scattare la zona rossa, con il riconteggio è stato però superato il limite e le restrizioni più dure sono quindi diventate automatiche. Un altro dato sottolineato dall’Iss riguarda le terapie intensive in Toscana che risultano in sovraccarico, raggiungendo il 42% di tasso di occupazione di letti da parte dei pazienti Covid.
Dove nasce l'errore
L’errore sarebbe partito da una trasmissione di dati sbagliata dalla provincia di Prato. Nel conteggio di giovedì non erano stati messi 102 nuovi positivi che sono invece saltati fuori oggi, facendo saltare così a 251 casi ogni 100mila abitanti, pochissimo oltre la soglia limite, ma sufficiente per colorare di rosso l'intera regione. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, su Facebook ha annunciato: “Il ministro Roberto Speranza mi ha appena comunicato le risultanze della cabina di regia del Comitato Tecnico Scientifico. I dati della Toscana hanno un valore di contagi su 7 giorni pari a 251 su 100mila abitanti, rispetto al limite previsto dal decreto legge approvato dal Governo Draghi di 250 su 100mila abitanti. Il decreto del Ministero della Salute prevede quindi la zona rossa per la Toscana da lunedì 29 Marzo fino al 6 Aprile, tenendo conto che nei giorni 3-4-5 aprile si sovrappone al provvedimento del Governo per la zona rossa prevista in tutta Italia”.
Pasqua in lockdown
Ricordiamo però che dal 3 al 5 aprile tutta l'Italia tornerà comunque colorata di rosso per evitare gli spostamenti durante le festività pasquali. Non si allenteranno le restrizioni riguardo le fasce di rischio. Fino al 30 aprile non saranno previste zone gialle. Parlando della riapertura delle scuole, asili nidi, elementari e prima media saranno aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. Per tutte le altre attività invece prevarrà la linea dura, con limitazioni negli spostamenti e chiusura di bar e ristoranti.
Durante l'incontro i rappresentanti del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli avrebbero ribadito la gravità dei dati e la necessità di confermare le chiusure per evitare una ulteriore risalita della curva epidemiologica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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