In un intervento su Fanpage, lo scrittore Andrea Camilleri lancia un attacco diretto a chi si è reso responsabile della chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, prendendo subito le distanze da a chi, invece, ha esultato per quella notizia.
“Ci tengo, quale cittadino italiano, a dire questa frase: Non in nome mio”. Camilleri parla di un vero e proprio accanimento, di uno sgombero persecutorio ai danni di brava gente. “Una comunità di 540 migranti che erano riusciti perfettamente a integrarsi nella società italiana, con i bambini che da 2 anni frequentavano le scuole italiane, con gente che lavorava e pagava le tasse in Italia”.
Lo scrittore lancia un monito, che gli permette poi di ricollegarsi alla ormai annosa questione dei porti chiusi. Una preoccupazione, questa, che ormai sta togliendo letteralmente il sonno ai rappresentanti della frangia dei radical chic, oltre che a coloro i quali, a causa di una situazione del genere, devono far fronte a perdite di tipo economico. “Attenzione, stiamo entrando assolutamente in un giro di violenza, di prepotenza. Non solo di difesa contro l’emigrazione, oscena, perché i porti devono essere aperti a tutti. Mai chiusi, perché i porti, spesso, sono la riva sognata dalla gente, da migliaia di persone”.
“Gli si chiude la porta in faccia e non solo”, prosegue Camilleri, che torna nuovamente ad attaccare la scelta di mettere i sigilli al Cara di Castelnuovo di Porto.
“Si comincia a perseguitare anche coloro che ormai sono italiani integrati perfettamente. Questa è un’ossessione, rendetevene conto. Non in nome mio. Io mi rifiuto di essere un cittadino italiano complice di questa nazista volgarità”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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