La senatrice grillina Cinzia Leone non si dava pace. Il giallo del suo cappotto "sparito" in Parlamento stava assumendo i contorni dello psicodramma. Tra moti di indignazione e giornate trascorse in attesa che il mistero si dipanasse, l'esponente pentastellata s'era probabilmente convinta d'essere stata vittima di una congiura. Di un furto destinato a segnare per sempre il decoro delle istituzioni. Sui social, la parlamentare aveva denunciato la scomparsa del proprio soprabito, lasciato su un divanetto del Transatlantico venerdì scorso, durante le votazione per il Capo dello Stato. Un caso portato alla pubblica attenzione con toni sdegnati, sino alla sua surreale risoluzione.
A smontare il castello dei sospetti e delle elucubrazioni pentastellate è bastata una telefonata arrivata stamane da Montecitorio. "Senatrice abbiamo trovato il suo cappotto". L'indumento, a quanto si apprende, era semplicemente scivolato dietro uno dei divanetti del Transatlantico, là dove la parlamentare lo aveva appoggiato prima di entrare in aula. E pensare che la stessa Leone aveva dato sfogo al proprio sdegno alludendo a chissà quali alternative circostanze o macchinazioni.
"Scusate lo sfogo ma sono profondamente indignata su quanto mi è accaduto nel Transatlantico di Montecitorio, venerdì scorso al termine della votazione del PdR. Premesso che in aula non è consentito entrare con il cappotto, lo lasciai, giusto il tempo della votazione, su di uno dei divani", aveva scritto l'esponente del Movimento Cinque Stelle, spiegando di non averlo più trovato. "Provo profonda tristezza", aveva aggiunto la senatrice, sottolineando il fatto che il soprabito fosse di buona fattura. "L'ho comprato tre anni fa, mi costò circa 600 euro", aveva precisato all'Adnkronos.
In un successivo post, Cinzia Leone aveva idealmente risposto ad alcuni utenti che avevano ironizzato sull'accaduto e sulla sua reazione oltremodo turbata. "Cosa ne sa la gente del valore che tu metti dentro un cappotto, le emozioni che ricopre, i sacrifici che comporta. Non è solo una questione di principio, c'è dell'altro. C'è il fatto che sono rimasta delusa, anche questa volta, non tanto dai commenti degli odiatori seriali, magari prezzolati, ma dalle donne che non mi hanno capito in questo mio sgomento", aveva tuonato l'espontente pentastellata. Il caso, insomma, era diventato serissimo. Almeno per lei. Nel frattempo, sui social, proseguivano le battutine. "Credo che sia il caso di fare una interrogazione Parlamentare", aveva commentato qualcuno in modo sarcastico.
Ora che si è risolta, la vicenda assume però i tratti più grotteschi e strappa più di un sorriso imbarazzato. Sul fronte istituzionale si registra anche un certo fastidio per quella denuncia lanciata dalla senatrice M5S in assenza di prove. Confermando all'Adnkronos la risoluzione del caso, il questore-deputato di Fdi, Edmondo Cirielli, ha invitato la parlamentare grillina a scusarsi con l'amministrazione della Camera.
"Ci aspettiamo che la senatrice chieda scusa alla Camera e che in futuro usi gli spazi appositi per lasciare il cappotto e non sui divani che sono fatti per altro...", ha commentato l'esponente del partito di Giorgia Meloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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