Un’altra piccola testimone punta l’indice contro Raimondo Caputo, il 44enne in carcere con l’accusa di aver violentato e ucciso Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni morta nel 2014 al Parco Verde di Caivano (Napoli). "È stato Titò a uccidere Fortuna", ha infatti affermato la ragazzina di 13 anni sentita oggi pomeriggio nel corso dell’ incidente probatorio tenuto al Tribunale di Napoli Nord nell’ ambito delle indagini sulla morte di "Chicca" (così era chiamata Fortuna).
Caputo accusa la compagna
Titò, ossia Raimondo Caputo, ha invece reso dichiarazioni spontanee accusando del delitto la compagna, che era presente, e la prima figlia della donna, amichetta del cuore di Fortuna accusatrice dell’indagato. Un cambio di strategia per l'accusato, che nel corso delle testimonianze rese il mese scorso dalle tre figlie della compagna aveva fatto scena muta, nonostante le gravi accuse lanciategli dalle minorenni di aver abusato di loro e di essere responsabile della morte di Fortuna. Caputo ha accusato la compagna anche di un’altra morte, quella di Antonio Giglio, figlio della donna, deceduto nell’aprile 2013, un anno prima di Fortuna, ma nello stesso modo, con un volo dai piani alti del cosiddetto "Palazzo degli orrori" di Parco Verde; lo ha fatto sempre nella giornata di oggi, nel corso dell’interrogatorio reso in mattinata a Poggioreale davanti ai pm della Procura di Napoli che indagano sulla morte del bimbo.
"Le accuse di Caputo non ci toccano", ha detto l’avvocato Salvatore Di Mezza che assiste la compagna del 44enne, mentre
Gennaro Razzino, che rappresenta Domenica Guardato, mamma di Fortuna, ha affermato che"dopo l’esame della testimone esiste una verità processuale, mentre le dichiarazioni di Caputo non sono credibili perché non circostanziate"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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