Il cardinale ora accusa Scalfari: "È un diavolo contro il papato"

Gherard Ludwig Mueller ribadisce come Ratzinger e Bergoglio non siano nemici. Scalfari, invece, è per il cardinale un "avversario del papato"

Il cardinale ora accusa Scalfari: "È un diavolo contro il papato"

Il cardinale Gherard Ludwig Mueller, che non è stato confermato da Papa Francesco quale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha analizzato il rapporto che intercorre tra il pontefice regnate ed il papa emerito, ridimensionando e stroncando la narrativa sui "due papi", che la vedrebbero in modo diverso, ma il porporato tedesco ha anche deciso d'indirizzare un messaggio preciso relativo ad un ruolo esercitato di questi tempi da Eugenio Scalfari.

Il fondatore di Repubblica, per via di una sorta di esclusività derivante dai dialoghi tenuti con Jorge Mario Bergoglio, pubblica spesso riflessioni attribuite all'ex arcivescovo di Buenos Aires. Considerazioni che, in alcune circostanze, il Vaticano smentisce. Il cardinal Mueller, per prendere in esame la situazione, ha scelto il Die Tagespost, che è il giornale individuato anche da Benedetto XVI per la nascita di una fondazione in grado di tutelare il giornalismo cattolico. Un dettaglio - quest'ultimo - che non è trascurabile. Mueller, in ottica di schematismi curiali, è considerato un "ratzingeriano". Si tratta di uno quei consacrati tedeschi, dunque, che potrebbe opporsi alle "decisioni vincolanti" del "concilio interno" della Conferenza episcopale teutonica, che sta ragionando anche di dottrina e celibato.

Dopo aver ribadito la posizione in materia di celibato sacerdotale, che Mueller, come l'emerito e il prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, considera non abolibile, il cardinale teutonico ha attaccato Eugenio Scalfari su tutta la linea. Il libro del cardinal Robert Sarah e di Benedetto XVI - "Dal Profondo del Nostro Cuore", che in Italia è edito da Cantagalli - si è innestato all'interno di un contesto dialettico che separa, come di consueto, i conservatori dai progressisti. Ma la pubblicazione del duo conservatore non è vista di buon occhio da chi considera la persistenza del celibato nel sacerdozio un argine alla vittoria delle correnti teologico-progressiste. Ratzinger e Sarah, mediante la loro opera, non hanno affatto mosso un attacco nei confronti del Santo Padre. E questo è uno degli aspetti rimarcati da Mueller.

Mueller, però, intravede la sussistenza di un gioco di "sponda" tra laicisti e "bergogliani", cui sembra essere interessato anche il giornalista sopracitato. Eugenio Scalfari per l'ex prefetto è uno degli "avversari demoniaci del papato". Stando a quanto riportato anche dall'edizione odierna di Libero, l'alto ecclesiastico non ha dubbi sull'esistenza di certi rischi: "L' ateo militante Eugenio Scalfari - fa presente l'ex titolare dell'ex Sant'Uffizio , - si vanta di essere amico di Papa Francesco. Uniti dalla comune idea di una religione unica planetaria di origine umana (senza Trinità né Incarnazione), gli offre la propria collaborazione. E ancora: "L' idea di un fronte popolare costituito da credenti e non-credenti viene propagata contro quelli che Scalfari identifica come nemici ed avversari, tra le fila di cardinali e vescovi e cattolici "conservatori di destra". In ciò - ha concluso il ratzingeriano - trova spiriti affini provenienti dalla cerchia di quanti si autoproclamano parte di una "guardia bergogliana".

Quasi come se la sinistra ideogolica spingesse affinché Papa Francesco rivoluzionasse la dottrina.

I salotti, per così dire, si aspettano che Bergoglio sia il Papa della svolta definitiva. E la presenza del papa emerito, con tutte le dichiarazioni rilascitate da Benedetto XVI in questi sette anni, può costituire una barriera difficilmente valicabile.

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