Per la casa di Montecarlo né lo Stato, né Alleanza nazionale accuseranno Gianfranco Fini e i Tulliani.
Come racconta il Tempo, infatti, nella causa per la svendita dell'appartamento - donato ad An dalla contessa Colleoni - al cognato dell'ex presidente del partito, Giancarlo Tulliani, nessuno si è costituito parte civile.
Non lo ha fatto la Fondazione di Alleanza Nazionale, in qualità di tutore del partrimonio del partito (ormai sciolto). Non lo ha fatto lo Stato italiano, che pure ha subito danni dal "re delle slot", Francesco Corallo - anche lui imputato - che avrebbe evaso 85 milioni di euro di tasse spostandoli in parte in tre conti off shore.
Tra l'altro, i legali di Giancarlo Tulliani si appellerebbero a "un finto verbale di vane ricerche, perché la Finanza e l'autorità giudiziaria italiana sapevano benissimo che Tulliani non stava nel luogo in cui l'hanno cercato per catturarlo, visto che dal certificato rilasciato dall'anagrafe di Roma risulta residente negli Emirati Arabi Uniti".
E a "una sentenza delle sezioni unite della Cassazione del 2003" secondo cui "chi viene arrestato all'estero, in esecuzione di un ordine di estradizione, è legittimamente impedito a partecipare al processo in Italia, perché è sotto la giurisdizione di un altro Stato". Per questo gli avvocati di Tulliani - fuggito a Dubai - ora chiedono la sospensione del processo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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