“Nella bara di sua madre c’è un’altra persona”. Si è sentita dire questa frase una donna che ha perso la mamma ospite in una casa di riposo a Milano. Durante la puntata de Chi l’ha visto ha raccontato la sua storia.
La situazione nel capoluogo lombardo
La struttura l’ha contattata e le ha detto che era successo un disguido. La donna ha sottolineato quanto le era stato riferito: “Facendo un giro di ricognizione al primo piano, dove mettono i morti in attesa di essere portati in camera mortuaria, ci siamo accorti che la sua mamma è ancora lì - ha proseguito -. Quindi nella bara di sua madre c’è un’altra persona”. In quel momento, la donna ha detto di essersi resa conto “del modo in cui lavorano in questo posto, dove non hanno rispetto né per i vivi né per i morti”.
Nella struttura milanese interessata dalla vicenda sono decedute 70 persone su 190 ospiti e la stessa situazione si sta vivendo nell’edificio collegato. La donna ha chiesto che venga fatta giustizia per questi morti che si potevano evitare in quanto si è compreso “da subito che questo era il virus degli anziani” e gli ospiti della casa di riposo non sono stati tutelati. Un’altra donna ha invocato maggiore sicurezza per gli anziani e per chi arriverà in futuro nelle case di cura.
La situazione a Rocca di Papa
Sempre a Chi l’ha visto, un’altra donna ha riferito quanto le è accaduto nella San Raffaele di Rocca di Papa, ai Castelli romani. Ha detto che suo padre è stato ricoverato con una persona sintomatica e che la famiglia era consapevole di questo.
La donna ha chiesto per quale motivo il paziente non fosse stato isolato da subito. E ha aggiunto la risposta che le è stata data: “Signora io non posso mettere in isolamento tutti i pazienti che manifestano febbre e tosse”. Quindi la donna ha saputo da suo padre che, una volta arrivato l'esito dei tamponi, i pazienti sono stati lasciati soli per varie ore. Inoltre, ha evidenziato che il personale sanitario non entravano più nelle stanze per paura di contagiarsi. "Nessuno - ha precisato la donna - sapeva quello che stava succedendo", ad eccezione sua e di pochi altri, i quali erano in contatto diretto con i propri parenti. Poi ha lanciato un appello affinchè venga fatta luce su quanto accaduto.
Intanto l'Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio ha comunicato che ieri è stato diffidato il legale rappresentante della casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa "perchè il
direttore sanitario che sta gestendo dal 1 marzo tutta questa fase risulta sprovvisto di titolo di specializzazione". La diffida è stata notificata anche all'Ordine dei medici di Roma e inviata ai carabinieri dei Nas.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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