CasaPound blocca la Finanza: "Se entrate sarà bagno di sangue"

La Finanza in via Napoleone III per alcune verifiche per le indagini della Corte dei Conti per danno erariale. Ma i militanti si sarebbero opposti

CasaPound blocca la Finanza: "Se entrate sarà bagno di sangue"

Sul palazzo a Roma occupato da CasaPound rischia di scatenarsi una polemica. E tutto per una frase che alcuni attivisti del movimento di destra avrebbero rivolto ai militari della Guardia di Finanza secondo il racconto fatto dal Corriere. Quando le Fiamme Gialle si sono presentati all'ingresso del palazzo di via Napoleone III, all'Esquilino, i militanti avrebbero intimato l'alt e affermato che "se entrate sarà un bagno di sangue".

Lo stabile, di proprietà del ministero dell'Istruzione e che da tempo ospita famiglie italiane e leader di CasaPound, è finito al centro di una indagine della Corte dei Conti per danno erariale (lo sgombero è stato chiesto pure dalla sinistra). I magistrati della procura regionale avevano chiesto ai finanzieri giudati dal colonnello Pietro Sorbello di attuare una ispezione con l'obiettivo finale di quantificare l'eventuale danno dovuto al mancato pagamento di affitti per l'occupazione dello stabile.

Secondo quanto scrive il Corriere la Digos, la Finanza e i militanti di CasaPound il 15 ottobre scorso avrebbero "concordato un ingresso" ad alcune condizioni. "La procedura, piuttosto irrituale, - scrive il quotidiano di via Solferino - era stata messa a punto il 15 ottobre scorso. In quell’occasione si era deciso, a voce (nulla è stato mai formalizzato per iscritto) di consentire un’ispezione a determinate condizioni, una delle quali era di non entrare negli appartamenti ma di limitarsi a ispezionare gli spazi comuni". Poi però sarebbe cambiato qualcosa e, quando i finanzieri si sono presentati in via Napoleone III, i militanti si sarebbero opposti all'ingresso nel palazzo delle Fiamme Gialle.

Su Facebook il presidente di Cp, Luigi Iannone, smentisce la ricostruzione del quotidiano milanese. "Nessuno sgombero in vista per CasaPound, nessun danno erariale, nessuna minaccia alla finanza. Lasciano di stucco le ricostruzioni fantasiose di quanto accaduto, o meglio non accaduto, ieri in via Napoleone III". Per Iannone i militanti di Cpi si sono "limitati a concordare le modalità per un controllo nello stabile che avvenisse nel rispetto dei diritti e della sicurezza delle famiglie in grave stato di emergenza abitativa che vi risiedono dal 2003. Quando però ci siamo resi conto che non era possibile garantire minime condizioni di dignità per i residenti vista l'inopportuna presenza di una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data".

Insomma, nessuna minaccia. "D'altra parte - aggiunge il presidente - CasaPound non ha nulla da nascondere. Anzi, è nel nostro interesse che questo controllo avvenga, perchè è il modo per dimostrare che il movimento, avendo solo sede legale nel palazzo ed esplicando l'attività politica in senso stretto nelle sezioni sul territorio, non ha recato danni alle casse dello Stato, mentre i locali di via Napoleone III sono utilizzati in via esclusiva per l'emergenza abitativa.

Naturalmente, però, non accetteremo mai che questo nostro pur legittimo interesse entri in conflitto con la dignità e i diritti degli italiani che, proprio grazie all'azione di Cpi, hanno trovato casa in uno stabile che era abbandonato da decenni e che prima del nostro ingresso giaceva inutilizzato e nel degrado più assoluto".

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