Caserta, vende un telefonino rotto: ucciso immigrato

L’episodio è accaduto a Castel Volturno, dove è alta la concentrazione di extracomunitari. I militari hanno identificato l’omicida

Caserta, vende un telefonino rotto: ucciso immigrato

Un omicidio efferato per un banale motivo: aveva venduto un telefonino non funzionante ad un suo connazionale e di fronte alla richiesta di quest’ultimo di restituzione dei soldi si era rifiutato. È stato colpito ripetutamente alla testa con una pietra un 30enne immigrato, originario della Liberia, ammazzato da un 22enne della Guinea, che qualche ora dopo è stato fermato dai carabinieri. L’episodio è accaduto a Castel Volturno, nel Casertano, dove è alta la concentrazione di extracomunitari. I militari hanno ascoltato le testimonianze di alcuni amici della vittima, riuscendo a identificare l’omicida.

L'immigrato ora subirà un veloce processo e rischia di essere rimpatriato. Castel Volturno è una polveriera, con ventiquattromila immobili abusivi, tantissimi dei quali abbandonati e semidiroccati e quindicimila migranti non censiti, a fronte di 25 mila residenti. Cinque milioni su un bilancio di venti destinati al ripristino del degrado ambientale. Il grido d’allarme giunge anche dalle istituzioni locali: la città si trova in una condizione di emergenza speciale. Per risolverla, occorrono misure speciali.

Qui la speculazione edilizia la fa da padrone: migliaia di case sono state costruite in quello che era un tempo un luogo di villeggiatura in assenza di servizi e senza licenze edilizie. Una violenza ambientale senza precedenti, finita nell’abbandono totale e nel degrado. Oggi quelle abitazioni sono occupate abusivamente dagli immigrati, terreno di spaccio e prostituzione per la potente mafia nigeriana. Gli extracomunitari arrivano dall'Africa in alcuni casi con l'intento di delinquere, in altri, invece, sono vittime degli accadimenti.

Problemi noti a chi da anni opera sul territorio, col proposito di migliorarne la vivibilità: "Povertà estrema, mancanza di reddito, un degrado ambientale frutto dell'abusivismo dilagante e di anni di abbandono da parte delle istituzioni – spiegano gli operatori dei centri sociali – e per rilanciare il territorio, occorre mettere in pratica un

piano sistemico, che punti sulla formazione delle persone; il degrado c'è e va combattuto, a partire da un rifacimento delle fogne, dalla regolarizzazione delle persone e dal potenziamento dei servizi socio-sanitari".

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