Dopo le lacrime e lo sdegno dei familiari di Stefano Cucchi, è il giorno della rabbia. Il giorno dopo la sentenza della Corte d'assise di Roma, Ilaria, sorella di Stefano, ha tenuto una conferenza stampa al Senato, insieme all'avvocato della famiglia e a Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani. "Mi sono chiesta più volte se ho fatto bene a chiedere giustizia - dice Ilaria - perché ho sottoposto mio fratello a un processo, il processo è stato rivolto a Stefano". Poi punta il dito contro i medici, condannati ieri per la morte di Stefano: "Dovranno fare i conti con la loro coscienza. Hanno una responsabilità gravissima: avrebbero potuto salvare mio fratello ma si sono voltati dall’altra parte, lo hanno lasciato morire. Non sono più degni di indossare un camice".
Ilaria Cucchi prende di mira anche gli agenti di polizia penitenziaria: "Affermano sui giornali di essere brave persone, che non fanno certe cose, che il pestaggio non c’è stato, ma io ricordo le conversazioni telefoniche di uno degli imputati, quando già si sapeva che mio fratello era morto: diceva era un tossico di merda. E in un’altra dichiarazione affermava a volte scappa un calcio". Poi aggiunge, con grande amarezza: "Ieri abbiamo visto i gesti terribili di familiari e amici di quelli che sono stati assolti. Per noi è stata una scena terribile, noi piangevamo".
Il processo Cucchi è stato "un atto di tortura" per la famiglia di Stefano, ma la decisione è di fare comunque appello contro la sentenza emessa ieri. Lo ha affermato il legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, aggiungendo però un dettaglio di non poco conto: "Dire che abbiamo fiducia sarebbe ipocrita. Le mie previsioni di tre anni fa sono state rispettate ed ora non ho previsioni rosee per il futuro".
"Giovanardi ha perso una buona occasione per stare zitto - ha detto Manconi -. Il tribunale non ha detto affatto che il pestaggio di Stefano Cucchi, nelle celle del Palazzo di Giustizia, non sia mai avvenuto. Ha detto, invece, che Stefano Cucchi è stato sì picchiato, ha subito lesioni e violenze, ma la Procura non è stata in grado di esibire prove sufficienti per individuare i responsabili. Ma la sentenza è grave per altri motivi ancora: in particolare perché riduce una tragica vicenda di un giovane uomo passato attraverso 11 istituzioni dello Stato, tra caserme e celle, ad un ordinario caso di malasanità".
Molto amaro il commento di Aldo Fierro, primario del reparto dell'ospedale Pertini, dove morì Stefano Cucchi (Fierro è stato condannato a due anni): "Voglio evitare qualsiasi contro polemica. So solo che la colpa è solo nostra, solo dei medici. E meno male che non siamo delinquenti".
Il ministro Cancellieri: "Solidarietà alla sorella, non giudico"
Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, a margine del consiglio Giustizia a Lussemburgo affronta il "caso Cucchi" con estrema cautela: "Sono una donna delle istituzioni e non posso che portare rispetto all’attività che fa la magistratura. Accetto le sentenze e non entro nei giudizi dell’operato.
Mi rendo conto però del dolore e della sofferenza per un ragazzo morto". Pur esprimendo piena solidarietà ai familiari di Cucchi, afferma: "Non posso che dire che le sentenze della magistratura vanno rispettate".
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