Rinvio a giudizio per Gianpaolo Tarantini, il fratello Claudio, Sabina Beganovic (nota come Began) e altre quattro persone nell’ambito dell’inchiesta sulle donne (in tutto ventisei) che l'ex imprenditore barese avrebbe portato, tra il 2008 e il 2009, nelle residenze di Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari, Ambrogio Marrone. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata all’induzione, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
Per un difetto di notifica è saltata l’audizione di Bernardino Mastromarco, autista e factotum di Tarantini, che la Procura riteneva a conoscenza di circostanze importanti. Il giudice ha rinunciato alla sua audizione e ha rinviato la sentenza nei confronti dell’avvocato Totò Castellaneta al prossimo 10 dicembre. E' l'unico indagato che ha scelto il rito abbreviato. A processo anche Letizia Filippi e Francesca Lana, e gli amici di Tarantini, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia.
Il processo comincerà a Bari il 6 febbraio 2014.
Secondo l’accusa le donne erano il modo con cui Tarantini cercava di stabilire con il Cavaliere un "rapporto cameratesco" per fare affari, permettendo a Gianpi di ottenere "incarichi istituzionali" e allacciando rapporti affaristici con i vertici della Protezione Civile, con Finmeccanica e con le società a quest’ultima collegate (Sel Proc, Selex Sistemi Integrati e Seicos), con Infratelitalia ed altre società". Un grosso aiuto al gruppo criminale l’avrebbero dato - secondo l’accusa - gli altri quattro indagati, accusati a vario titolo di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
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