A quasi un mese di distanza dal concertone del Primo maggio è tornata in auge la querelle tra Fedez e la Rai. Il motivo è la decisione della Radiotelevisione italiana di querelare il cantante per "l'illecita diffusione" tramite social della telefonata intercorsa tra Federico Lucia e alcuni membri Rai e dell'organizzazione dell'evento. Tra i motivi dell'azione legale anche l'accusa di diffamazione aggravata "della società e di una sua dipendente". Alla notizia, Fedez ha risposto con una serie di storie Instagram in cui si dice orgoglioso di quanto fatto al punto che se potesse tornare indietro lo rifarebbe. In queste ore, inoltre, la Rai ha deciso di non procedere con l'audizione di Federico Lucia in commissione di Vigilanza Rai, dove il cantante aveva chiesto di essere sentito per fornire la sua versione dei fatti. Anche in questo caso non è mancata la replica di Fedez, ovviamente tramite social.
La decisione della Rai
La commissione parlamentare di Vigilanza Rai non ha votato sulla richiesta di audizione formulata da Fedez. È stata una decisione basata sulla valutazione del presidente Alberto Barachini, che ha trovato l'unanimità di tutti i presenti. La motivazione per la non audizione del cantante è stata che si sarebbe trattato di una pratica impropria e inopportuna, dal momento che esiste una causa legale in corso. Tuttavia, accogliendo le istanze di chi voleva ascoltare le ragioni di Fedez, è stato chiesto al rapper di inviare una nuova richiesta di memoria sui fatti del concertone.
La risposta di Fedez non si è fatta attendere: "Paura eh! Questi erano quelli del 'serve un contraddittorio'". Il rapper, quindi, ha attaccato la Lega: "Il leghista che ieri ha annunciato la querela della Rai nei miei confronti diceva questo: 'Ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in Vigilanza'". E ha poi aggiunto, per iscritto sotto il video: "E oggi si rifiutano di ascoltare la mia versione dei fatti in commissione di Vigilanza Rai. Ne prendo atto. Non credo ci sia nulla da aggiungere".
La risposta della Commissione
Il "leghista" a cui fa riferimento Fedez nella sua storia è il capogruppo della Lega nella bicamerale che vigila sul Servizio Pubblico, Massimiliano Capitanio. L'esponente del partito di Matteo Salvini all'Adnkronos ha contrattaccato: "Mi spiace che Fedez non capisca l'italiano o preferisca dedicarsi al genere fantasy piuttosto che raccontare la verità. La Lega ha dato la disponibilità a riceverlo in commissione e lo ha ribadito anche ieri sera. Semplicemente in Vigilanza abbiamo preso atto della sua mancata risposta alla lettera della Vigilanza con la quale gli si chiedeva una memoria sui fatti del Primo maggio e dell'annunciata querela nei confronti della Rai che, evidentemente, presuppongono il suo ennesimo cambio di strategia".
Capitanio, quindi, ha aggiunto: "La Lega è nella commissione parlamentare di Vigilanza a lavorare. Non può mettersi né a fare video su Instagram né show che lasciamo a lui. La richiesta di una memoria, già resa nota al rapper con una lettera del presidente e reiterata ieri all'unanimità dalla Commissione, non mi pare abbia avuto risposta. Forse non è raccontare la sua versione che gli sta a cuore. Lo chiediamo a lui. Noi siamo pronti a leggere quanto vorrà inviarci, se lo farà".
I "pagliacci" di Fedez
Il rapper non sembra intenzionato a inviare la sua memoria difensiva. Infatti, questa mattina il presidente della commissione Vigilanza Rai ha ricevuto mail con tre emoticon a forma di pagliaccio in risposta alla mail con la richiesta della bicamerale. Alberto Barachini ha informato i commissari durante le audizioni in corso commentando così: "La commissione parlamentare di Vigilanza ha rispettato Fedez, mentre lui non rispetta istituzioni. Sono amareggiato".
Il presidente ha commentato nel merito: "Questa mattina ho inviato al dott. Fedez una lettera con la quale ho rinnovato l'invito a trasmettere alla Commissione di Vigilanza una memoria, nella forma che reputa più appropriata, al fine di illustrare le sue ragioni sulla vicenda del Concerto del primo maggio". Barachini, quindi, ha spiegato che "con la medesima lettera ho altresì comunicato al dott. Fedez la decisione, adottata all'unanimità dalla Commissione nella seduta di ieri sera, di non procedere alla sua audizione, in considerazione del quadro normativo e regolamentare che disciplina l'attività e la sfera di competenza dell'organismo da me presieduto, nonchè di motivi di opportunità, per la recente scelta della Rai e dello stesso Fedez di adire le vie legali".
In conclusione, il presidente della Vigilanza sottolinea: "Io e la Commissione che presiedo abbiamo, pertanto, rispettato il dott. Fedez e tutelato la sua posizione. La sua risposta - tre emoticon di clown - denota, invece, una mancanza di rispetto dell'istituzione parlamentare e della Commissione che mi onoro di presiedere. Di questo sono amareggiato".
Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, informato sulla mail di Fedez, ha commentato così: "Forse i tre pagliacci di Fedez non erano un oltraggio al Parlamento ma la sua firma". Una battuta alla quale, però, ha fatto seguito una più seria richiesta ad Alberto Barachini di "procedere con una censura ufficiale a un simile atteggiamento di mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento, in quanto la Vigilanza è una commissione bicamerale e rappresenta il Parlamento, e presenteremo degli atti relativi, perché questo è un oltraggio".
Dura anche la replica di Valeria Fedeli, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai: "Fedez è libero di esprimere il suo
pensiero e la sua opinione ma irridere e offendere un'istituzione è una mancanza di rispetto non tanto e non solo verso noi commissari e commissarie ma verso le cittadine e i cittadini che le istituzioni rappresentano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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