La Cassazione assolve i No Tav dall'accusa di terrorismo

Nelle motivazioni il perché del "no" al ricorso presentato dalla procura di Torino

La Cassazione assolve i No Tav dall'accusa di terrorismo

Non fu un atto di terrorismo. Si legge questo nelle motivazione che la Cassazione ha pubblicato per spiegare la sentenza con cui lo scorso marzo aveva ribadito che quello dei No Tav al cantiere di Chiomonte non era stato un atto di terrorismo.

Le vicende su cui il tribunale di ultima istanza era stato chiamato a giudicare sono quelle del 14 marzo 2013, quando fu preso d'assalto il cantiere della linea ad alta velocità tra Torino e Lione e che secondo i giudici non avrebbe provocato "un grave danno ad un Paese o a un’organizzazione internazionale", ragion per cui l'accusa di terrorismo è caduta.

La decisione si è dunque basata sul fatto che l'assalto non costrinse "i poteri pubblici a rinunciare alla realizzazione della linea ferroviaria" e non produsse danni ingenti.

Così dunque, la magistratura ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Torino nei confronti degli attivisti Claudio Alberti, Niccolò Blasi, Chiara Zenobi e Mattia Zanotti.

"La collettività ha dovuto sopportare" costi economici per via delle loro azioni. Ma per la Cassazione non basta per giustificare una condanna per terrorismo.

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