Arrestato nella sua casa di Pelago, in provincia di Firenze, nel dicembre dello scorso anno e condotto dai militari in carcere, dove avrebbe dovuto scontare un residuo di pena di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni, torna libero dopo sei mesi grazie al ricorso vinto in cassazione.
Il 5 Luglio scorso, con la sentenza 30780/2018, la prima sezione penale della Cassazione, ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Lorenzo Zilletti, difensore di Fiesoli, permettendo la scarcerazione del fondatore della comunità "Il Forteto".
Il ricorso era già stato preventivamente discusso in corte d'appello a gennaio e lì respinto, ma la cassazione ha difatto ribaltato la decisione confermando l'ipotesi presentata dal legale: "La Corte di appello ha svolto un ragionamento meramente ipotetico e congetturale ed è incorsa in violazione di legge avendo posto in esecuzione una pena che non è stata definitivamente irrogata in sentenza e nel vizio di manifesta illogicità della motivazione nella parte in cui ha affermato la certezza della pena sulla base di un ragionamento dichiaratamente ipotetico."
La corte, in merito al ricorso, sentenzia quindi che: "La pena che - secondo quanto affermato dal giudice dell'esecuzione - è eseguibile nel caso in esame non è stata definita con statuizione ormai irrevocabile, ma è il risultato di un ragionamento in ipotesi, dato che non può escludersi che il reato continuato possa mutare struttura con l'individuazione di altro reato come reato più grave."
Viene così confermata la tesi dei difensori: allo stato attuale risulta impossibile eseguire una pena che non abbia i caratteri di certezza e irrevocabilità.
"Va ricordato, infatti, che la vicenda processuale di Fiesoli non è ancora conclusa perché dovrà celebrarsi un giudizio di rinvio a seguito di alcuni annullamenti pronunciati dalla Corte Suprema il 22 dicembre 2017." - riferisce il legale di Fiesoli a Repubblica -"In questo contesto la Cassazione ha stabilito che Fiesoli va considerato ancora un imputato e non un condannato con sentenza definitiva. Egli quindi non avrebbe dovuto trascorrere in carcere questi sei mesi e mezzo."
Sulla scarcerazione di Fiesoli interviene anche Jacopo Alberti, già membro della Commissione speciale d'inchiesta sui fatti del Forteto: "Sinceramente resto molto dubbioso sulla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli, individuo che ha avuto un ruolo rilevante nella tragica vicenda legata alla comunità mugellana" - dice il Consigliere regionale - "Cavilli burocratici che permettono, al “profeta” di uscire di galera, nonostante i pesanti capi d’imputazione.”
“Ma - precisa l'esponente leghista -
più che il mio parere sulla questione, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensano le tante vittime innocenti che hanno avuto la sventura d’incappare in una persona rivelatasi il vero regista di un film dell’orrore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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