Vi è capitato di essere cacciati di casa dal vostro ex convivente subito dopo la rottura? Secondo la Cassazione avete subito un torto di fronte alla legge.
Alla luce del calo dei matrimoni e del corrispondente aumento delle convivenze non regolate da alcun vincolo giuridico, gli ermellini hanno stabilito con la sentenza 7214 del 21/3/2013 che prima di "sbattere fuori di casa" il convivente occore concedergli il tempo necessario per trovare un'altra soluzione abitativa.
Come riporta il sito di notizie giuridiche studiocataldi.it, la fine di una relazione amorosa non autorizza chi possiede un appartamento ad allontanarne senza preavviso il partner. "Il convivente - ha scritto la Suprema Corte - abita l'appartamento in virtù di un rapporto affettivo il cui fine è la costruzione di una famiglia, seppur di fatto, con il proprietario dell'immobile; per tale motivo, non essendo un ospite, non può essere messo alla porta all'improvviso".
Questa linea giurisprudenziale è stata corroborata nel tempo da altre sentenze: la sentenza 7/2014, infatti, ha impedito ad un uomo di allontanare di casa la compagna del fratello malato.
La donna conviveva infatti con il fratello more uxorio e pertanto non poteva essere cacciata dall'appartamento, che pure era di proprietà del fratello del convivente.Infine anche la sentenza 19423 di Cassazione del 15 settembre 2014 ha stabilito il diritto del convivente a rimanere nella casa del partner anche dopo la morte di quest'ultimo, nonostante non sia ufficialmente vedovo.
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