Carlotta Chiaraluce è in panchina. L’esponente di CasaPound, selezionata nella rosa di giovanissimi ospiti del programma “M” di Michele Santoro, ancora aspetta dei chiarimenti. “Chiarimenti che - confida scettica al Giornale.it - non arriveranno mai”. L’unica certezza è che, dopo il debutto televisivo dello scorso giovedì, non la rivedremo più in studio.
Domenica le è arriva una telefonata: “La redazione mi ha comunicato che la mia presenza non serve più”. Un cambio di programma imprevisto, visto che aveva firmato un contratto che l’avrebbe impegnata per ben quattro puntate. E spiega: “Nelle clausole c’era scritto che la rescissione del contratto si sarebbe verificata solo nel caso in cui il programma si fosse interrotto prima per mancanza di budget”. Ma così non è, e dagli studi Rai di Torino il talk continua ad andare avanti come sempre, di giovedì alla solita ora. Solo che, adesso, la Chiaraluce non c’è più. Vorrebbe delle spiegazioni perché quelle che le sono state fornite le sono apparse “ingiuste” e “contraddittorie”. Prima le hanno detto: “A livello televisivo non funzioni”. Eppure con lo sguardo, lei, buca lo schermo. Poi l’hanno cercata di convincere che era un problema di par condicio in vista delle elezioni. “Ma come?”, protesta, “io non sono una candidata e poi che storia è? Vale solo per me? Perché sono di CasaPound? Anche gli altri ragazzi in studio appartengono a dei partiti politici, siamo stati scelti proprio per questo”.
E allora quali sono secondo lei le ragioni della censura? “La verità è che non gli è piaciuto quello ho detto”. Gli interventi della Chiaraluce sono la quintessenza del politically uncorrect tanto che, durante la puntata, Santoro le aveva tolto la parola scatenando una polemica social tra gli ascoltatori. Poi però gliela aveva restituita in chiusura. L’esponente di CasaPound aveva toccato dei temi scomodi e controversi: “Ho detto che l’Euro va abbandonato e che l’Unione Europea ci strozza e denunciato gli affari tra De Benedetti e Renzi, le mie idee evidentemente non sono state digerite dalla produzione e dallo stesso conduttore”. In un talk dove il confronto dovrebbe farla da padrone, almeno a parole, sembrerebbe che alcuni punti di vista restino dei tabù. Nella tv di Stato, quella di tutti, non c’è posto per Carlotta Chiarluce che, da domenica scorsa, aspetta che qualcuno argomenti meglio l’accaduto.
E nel frattempo fa le sue valutazioni: “Al netto della mancanza di rispetto verso di me e verso il movimento di cui faccio parte, sto riflettendo se adire le vie legali per la violazione del contratto”. Tornerebbe in trasmissione? “Certo, a me il dialogo non spaventa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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