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Gli sbarchi non si fermano, Piantedosi: "Ora bisogna lavorare"

La gestione dei migranti deve tornare ai Paesi di partenza e non ai trafficanti o alle ong: questo l'obiettivo del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi

Gli sbarchi non si fermano, Piantedosi: "Ora bisogna lavorare"

Quello che si è appena concluso è stato l'ennesimo weekend di sbarchi nel nostro Paese. Una tendenza contro la quale il nuovo ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, è già al lavoro. Secondo i dati del Viminale aggiornati al 21 ottobre, in Italia dall'inizio dell'anno sono arrivati oltre 77mila migranti. Numeri importanti che danno la misura del fenomeno migratorio in corso, una vera e propria emergenza che è necessario affrontare per il bene del Paese e della sua stabilità.

L'obiettivo del ministro Piantedosi contro l'emergenza migranti

Intervistato da il Messaggero poco dopo la sua nomina, Matteo Piantedosi ha tracciato la road map del suo operato al ministero dell'Interno, dando spazio anche all'emergenza migranti e alle strategie da adottare nel prossimo futuro. "Dobbiamo continuare a riaffermare l'esigenza che i flussi migratori devono essere affidati all'intervento degli Stati e alla loro capacità di governare questo fenomeno, e non all'azione dei trafficanti e neanche a quella dello spontaneismo sia pur umanitario", ha spiegato il ministro.

Nella pratica, Matteo Piantedosi intende lavorare per fermare il fenomeno alla fonte, ossia nei Paesi dai quali avvengono le principali partenze per l'Europa e l'Italia. Questo per avere un controllo organico sul fenomeno migratorio, senza che, appunto, diventi una questione in mano alle organizzazioni per il traffico di esseri umani e per le ong. Per il ministro dell'Interno "è fondamentale rafforzare tutte le iniziative possibili di partenariato con i Paesi di nascita e di transito dei flussi. Questo partenariato va inserito in una cornice di condivisione con i Paesi europei".

Gli sbarchi nel weekend

Nel frattempo, i trafficanti di esseri umani approfittano del momento di passaggio dei due governi per continuare le operazioni di sbarco. Ieri è stata una giornata intensa di arrivi a Lampedusa, dove nonostante il trasferimento di oltre 400 migranti, nell'hotspot di sono ancora più di 600 stranieri a fronte di una capacità di 350. Ma si è arrivati a sfirorare i 1200 ospiti nel corso del weekend. Numeri che solitamente si registravano durante la stagione estiva ma che, con il cambiamento dei flussi, stanno diventando la regola anche in autunno e in inverno, con tutte le difficoltà gestionali del caso. E ci sono anche gli oltre 100 migranti a bordo delle navi ong Ocean Viking di Sos Mediterranne e Humanity 1 tra quelli che a breve, quasi certamente, sbarcheranno in Italia.

La mancanza di un vero controllo agevola il lavoro degli scafisti e favorisce le tragedie del mare. Ieri si è registrato un nuovo naufragio davanti alle coste di Lampedusa, dove un barchino di circa 5 metri, con a bordo una trentina di migranti, è affondato a 24 miglia dall'isola. Secondo il racconto di chi si trovava a bordo, tre uomini e una donna sarebbero dispersi.

I migranti hanno dichiarato di essere originari di Liberia, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Senegal, Mali e Gambia. Un evento simile a quello accaduto poche ore prima, quando in un altro ribaltamento risulta dispersa una neonata.

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