Centocelle, una Terra dei fuochi nella Capitale

Tonnellate di rifiuti sotterrati e roghi tossici: nel parco archeologico di Centocelle si rischia una nuova Terra dei fuochi. Protestano i residenti e nel mirino ci sono le mancate bonifiche dopo gli sgomberi dei campi rom. L'assessore Montanari a ilGiornale.it: "Pronto il piano per la bonifica"

Centocelle, una Terra dei fuochi nella Capitale

A Roma c’è una Terra dei fuochi a pochi chilometri dal Colosseo. Nel parco archeologico di Centocelle, all’inizio di gennaio, i vigili del fuoco hanno scoperto, infatti, tonnellate di rifiuti speciali sotterrati e ammassati nelle gallerie e nei cunicoli che si trovano sotto il parco. Un vero e proprio disastro ambientale che mette a rischio l’ambiente e la salute dei cittadini.

La Terra dei Fuochi romana tra incuria e degrado

Sono stati i residenti a dare l’allarme quando, il primo gennaio scorso, da una voragine apertasi davanti alle vicine case popolari, è iniziato a fuoriuscire un fumo maleodorante. I condomini hanno chiamato i vigili del fuoco che, dopo quattro giorni, hanno individuato il rogo. Un incendio covante, ovvero sviluppatosi in assenza di ossigeno, tra i cumuli di rifiuti nascosti e sotterrati nelle gallerie dell’ex tunnel Mussolini, costruito in epoca fascista per un progetto di metropolitana che doveva collegare Centocelle al centro di Roma. Nonostante i vigili del fuoco a metà gennaio abbiano spento i primi roghi, dai cumuli di rifiuti, interrati fino a dieci metri sotto il terreno, continuano a sprigionarsi fumi tossici. “Monossido di carbonio e diossina”, secondo i residenti, che nelle giornate particolarmente ventose raggiungono anche il vicino quartiere di Tor Pignattara. Il parco archeologico di Centocelle è uno dei più grandi della Capitale e si estende per circa 130 ettari. Al suo interno ospita diversi reperti di epoca romana, tra cui ville, piscine e terme. “L’inaugurazione del parco, una decina d’anni fa, è costata ai cittadini circa 36 milioni di euro”, spiega Roberta Ricci del comitato Parco Archeologico di Centocelle Bene Comune. Ora, però, intorno alla "discarica" scoperta nel canalone c’è solo erba alta, cumuli di immondizia, rottami di automobili e baracche abusive, nonostante sul parco, spiegano i cittadini, “siano stati posti dalla soprintendenza cinque vincoli, tra cui quello archeologico, paesaggistico e delle acque”.

Le bonifiche dopo lo smantellamento dei campi rom

Fino al suo sgombero nel 2010, il parco ha ospitato uno dei campi rom più grandi d’Europa, il Casilino 900. Ma per i residenti le responsabilità sono di chi doveva occuparsi delle bonifiche successive allo smantellamento del campo. “La questione dei campi rom è vecchia almeno di vent’anni”, spiega, infatti, Roberta Ricci, “qui il problema sono state le varie bonifiche e le istituzioni che hanno chiuso gli occhi”. L’ultima bonifica, spiegano i residenti “è stata fatta due anni fa, ed è costata circa 320mila euro, soltanto per l’area del canalone”. “La ditta che ha vinto il bando per la bonifica è stata qui un mese e poi è sparita per fallimento”, continua Roberta, “ma l’acconto del 10% di 320mila euro se lo sono preso?”. “Le bonifiche si fanno smantellando i rifiuti e portandoli via, mentre qui abbiamo pagato le bonifiche e i rifiuti sono stati interrati”, denuncia la donna. La procura, intanto, ha aperto un inchiesta dopo i due esposti presentati sulla questione da un residente e dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Figliomeni. “Attendiamo fiduciosi gli atti istruttori che la polizia giudiziaria vorrà compiere ma soprattutto auspichiamo che le varie autorità da me interessate, inizino a risolvere le gravissime problematiche presenti nella vasta area verde, in modo da consentirne una serena fruizione alla collettività del parco”, ha detto Figliomeni, sentito da ilGiornale.it.

Un disastro ambientale da un milione di euro

Lo scorso 10 febbraio, il sindaco di Roma, Virginia Raggi ha adottato i primi provvedimenti urgenti per la messa in sicurezza della zona. Comprese “le analisi dei pozzi nelle aree circostanti” e l’installazione di “centraline di rilevamento della qualità dell'aria”. “Questo è un disastro da Terra dei fuochi, ha tutte le caratteristiche per essere accomunato a quel tipo di disastro lì”, spiega Roberta Ricci, “qui sotto ci sono falde acquifere e pozzi artesiani che confluiscono in una vena d’acqua che serve tutta Roma Est”. I rifiuti, inoltre, potrebbero essere stati interrati anche in altre aree del parco. “Il piano per la bonifica è pronto, lo stanno chiudendo gli uffici competenti e stanno terminando le valutazioni”, assicura a ilGiornale.it il nuovo assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Giuseppina Montanari. “Dopo il piano generale, dovrà essere fatta la caratterizzazione dei rifiuti e verrà quindi approntato un piano più specifico, definendo le diverse modalità di intervento e di smaltimento a seconda del tipo di rifiuti”, ha detto a ilGiornale.it l’assessore capitolino, annunciando, inoltre, che il comune sta lavorando anche ad un “programma complessivo per restituire il parco alla sicurezza”. Mentre, per le altre aree verdi della Capitale, annuncia l’assessore, “saranno approvate a breve le nuove linee guida del verde e del paesaggio urbano” con annesso “piano di manutenzione e gestione”. Il Campidoglio, insomma, tiene d’occhio la situazione. “Interveniamo ogni giorno per spegnere i roghi nel caso si riformi la combustione e siamo molto attenti a questo aspetto”, in attesa che arrivino le “valutazioni da parte degli organi competenti” sul rischio per la salute dei cittadini, ha detto la Montanari. Per il nuovo assessore all’ambiente la causa del disastro sta nella “mancata bonifica del parco”, che “doveva essere fatta dieci anni fa, quando è stato chiuso il campo rom” e che, invece, evidentemente non c’è mai stata. Ora, per bonificare tutta l’area servono i soldi. Quanti? “Tanti”, spiega l’assessore, “ma finché non abbiamo davanti il piano esatto per la bonifica non posso quantificare l’importo”.

Secondo il presidente della Commissione ambiente capitolina, Daniele Diaco, potrebbero servire più di un milione di euro. Per questo, “un supporto dal punto di vista economico è fondamentale”, chiarisce l’assessore Montanari, “ed essendo Roma la Capitale d’Italia ci dovrà essere un impegno anche nazionale”.

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