Checco Zalone è sempre se stesso ma sempre diverso

Ogni due anni, arriva la domanda: ma com'è Checco Zalone davvero?

Checco Zalone è sempre se stesso ma sempre diverso

Ogni due anni, arriva la domanda: ma com'è Checco Zalone davvero? È il periodo che passa tra i suoi film e la domanda si ripete perché c'è una conoscenza che dura da 23 anni, dai tempi del liceo fatto insieme. Eppure la risposta non è mai la stessa. O meglio: si compone di due parti. Una è identica, ricorrente, continua: Checco è vero. Lui e Luca Medici, il suo nome depurato da quello d'arte, sono autenticamente la stessa persona. Non c'è sovrastruttura se non quella del ruolo che interpreta.

Chi lo conosce se ne accorge nelle interviste che concede per promuovere i suoi film: se Luca non fosse Checco a Fabio Fazio avrebbe risposto esattamente come Checco ha risposto. E l'imitazione di Massimo Gramellini la farebbe uguale anche se non fosse in diretta tv. Le faceva simili quando non era una star. La parte variabile della risposta, invece, riguarda la sua capacità di stupire. Di non essere uguale a se stesso, mai. È sorprendente, è aggiornato, è completo. Nasce tutto dalla forza di non cedere al successo. Un film ogni due anni significa non sovraesporsi, significa l'attenzione di voler trovare qualcosa che lo convinca prima di lavorarci su.

Checco prende forza da ciò che vede, da ciò che sente, da ciò che c'è. La parte diversa della risposta è diversa proprio perché è Checco a esserlo. Il che per paradosso lo ricollega alla parte ricorrente della risposta: è vero. È autentico. È puro. Dunque diverso. L'hanno definito anticonvenzionale e proprio perché lo è, sentendosi catalogare così si farebbe una risata. I tre successi pazzeschi al cinema, il record del film più visto della storia di questo Paese non hanno cambiato la sua natura autoironica. Vive il circo che accompagna l'uscita di Quo Vado? con il disincanto naturale dell'artista e con la sorpresa di chi non credeva che tutto ciò sarebbe stato possibile. Oggi è esaltato dal momento e preoccupato di non soddisfare le aspettative di chi vorrebbe un altro record. Unico anche in questo. Speciale. Lui pensa al prodotto: al film.

Da chi è un tecnico o dal pubblico vorrebbe avere un giudizio. Ha sempre chiesto: ti è piaciuto? E lo fa con l'onestà di chi vuol essere giudicato per il contenuto prima che per il contenitore. Non c'è nessuno oggi in grado di far ridere come lui. Prende spunto dalla vita e la interpreta. L'ha detto sin dal primo film: sviluppo attorno a un argomento sensibile la sua parte grottesca. L'omosessualità, il terrorismo, la crisi. Oggi è il lavoro. C'è qualcun altro che riesce a raccontare questi temi con leggerezza? Si può far ridere con un film sul posto fisso? Lo fa Checco. Con la stessa idea di fondo di una delle battute di Cado dalle nubi: «Vi faccio ascoltare una canzone. L'ho scritta l'altro giorno, dopo aver ascoltato un pezzo di Gianni Morandi, Uno su mille ce la fa. Mi sono chiesto: ma agli altri 999 stronzi nessuno ci deve dedicare una canzone? Ce l'ha fatta Checco». Zalone s'immerge in quello che racconta. È per questo che dice che fino a dieci anni fa «il posto fisso era il suo sogno».

L'ironia sul potere è direttamente proporzionale al potere stesso: Berlusconi, Vendola, la Fornero, ora Renzi. Ride di chi in quel momento comanda. La musica è l'aggiunta, probabilmente la parte senza la quale non ci potrebbe neanche essere il resto.

Spesso in questi anni molte cose sono nate da una canzone. Perché Luca è un musicista, prima di ogni altra cosa. Ciò a cui non potrebbe rinunciare. Far ridere è la sua seconda arte. Ciò a cui non potremmo rinunciare noi.Giuseppe De Bellis

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