"Mi ha spinto ed è partito un colpo". Massimo Adriatici ha spiegato così lo sparo, partito dalla sua pistola, che ha ucciso a Voghera il 39enne marocchino Youns Boussetaoui. E ora, dopo l'arresto per omicidio, la procura ha cambiato l'accusa in eccesso colposo di legittima difesa. Ma Adriatici, assessore comunale leghista, si è autosospeso "sino all'esito del giudizio che lo vede indagato".
Chi è Massimo Adriatici
Avvocato penalista e dal 2011 titolare di uno studio legale a Voghera, in provincia di Pavia, Adriatici è anche assessore comunale alla Sicurezza e Polizia Locale, eletto con la Lega nel 2020 ed entrato così nella giunta del sindaco Paola Garlaschelli. L'uomo, sul suo profilo Facebook, si definisce "docente di diritto penale e procedura penale presso Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria" ed ex docente "a contratto di diritto processuale penale presso Università del Piemonte Orientale". Quest'ultimo Ateneo è intervenuto con una nota, per precisare che l'avvocato non è stato un docente strutturato, ma "un collaboratore esterno del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali fino al 2017": ha insegnato Diritto processuale penale nel corso di laurea magistrale in Giurisprudenza dal 2014 al 2017. "Tale incarico- ha precisato l'Università-gli era stato affidato per le sue indubbie competenze nella materia e per i rapporti con la magistratura e il tribunale di Alessandria, contrassegnati da una profonda stima".
Oltre ad essere un avvocato e un docente universitario, Adriatici ha avuto un passato da poliziotto: secondo quanto riporta LaPresse, ha indossato la divisa tra il 1995 e il 2011, "ottenendo la qualifica di 'sovrintendente' addetto al settore anticrimine, misure di prevenzione e servizi di Polizia Giudiziaria". La pistola calibro 22 con cui Adriatici ha sparato al 39enne era detenuta regolarmente, dato che l'ex poliziotto possedeva il porto d'armi. Come avvocato, inoltre, l'assessore di Voghera si era già trovato in una situazione simile: Repubblica ha ricordato un episodio del 2016, quando Adriatici aveva difeso il proprietario di un ristorante che, nel corso di una colluttazione, aveva sparato a un cliente, uccidendolo.
L'intervista sull'uso delle armi
Nel marzo 2018, intervistato dalla Provincia Pavese, Massimo Adriatici aveva commentato così l'utilizzo delle armi: "L'uso di un'arma deve essere giustificato da un pericolo reale per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui- aveva detto- Ma questo non significa farsi giustizia da soli.
Sparare deve essere l'extrema ratio, l'ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre". Adriatici è noto anche per le sue prese di posizione contro la "mala movida", tanto che poco dopo essersi insediato aveva introdotto il Daspo urbano contro bivacchi e accattonaggio in centro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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