Chi usò "Mani Pulite" non ha mai pagato

Se niente è più inedito dell'edito, e se tra i concetti di notizia rientra anche ciò che ignoravamo colpevolmente, o che non ricordavamo più, bene

Chi usò "Mani Pulite" non ha mai pagato
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Se niente è più inedito dell'edito, e se tra i concetti di notizia rientra anche ciò che ignoravamo colpevolmente, o che non ricordavamo più, bene: sia benvenuta l'intervista del Corriere della Sera all'ex parlamentare del Pci-Pds Giovanni Pellegrino, un garantista che durante Tangentopoli presiedette la Giunta per le immunità del Senato laddove passavano molte richieste di autorizzazione a procedere del pool milanese contro i vari politici. In realtà Pellegrino, personaggio di sincerità disarmante, fece più o meno le stesse rivelazioni in cento altre interviste e nondimeno nel libro scritto con Giovanni Fasanella di «La guerra civile. Da Salò a Berlusconi», scritto per Rizzoli Bur nel 2005: ma non fa niente, il ruolo istituzionale del Corriere è sempre stato fotografare il presente quando è già passato (accade in Fisica, ma anche in Storia) e insomma restarsene acquattato in retrovia mentre altri, soprattutto in tema di giustizia, disegnavano le nuove mappe del potere. Il Corriere, trent'anni dopo, non chiude le stalle quando i buoi sono già scappati: i buoi sono diventati bistecche da un pezzo.

Ma ricominciamo il circolo mediatico. Ieri Pellegrino ha raccontato che «tutti i partiti godevano di finanziamenti irregolari», compreso il Movimento Sociale che però non era esattamente sistemico (nostra chiosa) ma ne godeva anche il Pci-Pds: «Nella cordata vincitrice di ogni appalto c'era sempre una cooperativa rossa con una percentuale di lavori. Dal 10 al 15 per cento». Poi ha raccontato i timori che la sinistra rimanesse impigliata nell'inchiesta e narra di un suo colloquio con Massimo D'Alema: «Era la primavera del 1993. Mi concesse un incontro ma dopo pochi minuti mi zittì: «Volete capirlo che questi di Milano stanno facendo una rivoluzione? E le rivoluzioni si sono sempre fatte con le ghigliottine e i plotoni di esecuzione... Eppoi Luciano mi ha detto che possiamo stare tranquilli, perché Mani Pulite non se la prenderà con noi». Intendeva Luciano Violante, la voce della magistratura nel partito. E poi? «D'Alema capì che delle assicurazioni di Violante non poteva fidarsi». Parentesi: è stato già scritto tutto, anche su quotidiani, ma chissà, parecchi non ne sapranno neanche tra diec'anni e allora re-intervisteranno un Giovanni Pellegrino centenario: si fa così. Di nostro, confermato questo e volendo variare, aggiungiamo un contributo del libro di Pellegrino del 2005, pagine 130-132: «Il coordinatore della segreteria, Davide Visani, mi fece questo discorso: «La Dc non consentirà mai che venga concessa l'autorizzazione nei confronti di Andreotti... Tu come presidente della Giunta hai voluto mantenere una posizione super partes, non esprimendo mai il tuo voto. Questa volta non ti potrai permettere. Dovrai votare a favore dell'autorizzazione e siccome finirai in minoranza, dovrai dimetterti». Il disegno era chiaro: il rifiuto dell'autorizzazione a procedere avrebbe creato una rivolta nell'opinione pubblica e noi avremmo potuto cavalcarla... il Pds pensava che il processo ad Andreotti non si sarebbe mai celebrato, quindi bisognava fargli il processo politico nella Commissione antimafia e nelle piazze... i pentiti prima venivano sentiti da Caselli e poi da Violante (che) propose all'Antimafia la sua relazione: di fatto una sentenza di condanna anticipata nei confronti della Dc e di Andreotti... Il Pds smise del tutto di fare politica per abbandonarsi a una deriva giustizialista».

Nell'intervista del Corriere a Pellegrino si rivela pure che

«L'ambizione di Antonio Di Pietro era diventare presidente del Consiglio... Mani Pulite non realizzò il suo disegno ma distrusse il sistema dei partiti». E anche questo, chissà dove, ci sembra di averlo già letto da qualche parte.

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