Si sono presentati in due in un bar del centro di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Hanno aperto un’applicazione per gli sms e hanno piazzato lo smartphone davanti agli occhi del titolare. Doveva leggere. “Vengo a nome di Scanzano, dammi 1.500 euro per i carcerati”, c’era scritto. Un messaggio chiaro, che non ha lasciato dubbi di interpretazione. Scanzano è una frazione del comune di Castellammare di Stabia considerata roccaforte del clan di camorra dei D’Alessandro. Per gli inquirenti il testo del messaggio è eloquente: significa senza dubbio che quegli individui erano lì per conto della cosca locale. E lo stesso aveva intuito il titolare del bar che, comunque, non si era piegato alla richiesta estorsiva. Dinanzi al suo rifiuto, i due presunti emissari del clan avevano estratto circa 200 euro dalla cassa, con la promessa di ritornare per prendere il resto. Ma prima di andar via sono stati fermati dai carabinieri.
Sono finiti in manette Vincenzo Spagnuolo, 33enne del posto già noto alle forze dell’ordine e sottoposto alla libertà vigilata, e il 18enne Emanuele Cioffi che era con lui. I militari dell’Arma, in seguito a una segnalazione arrivata al 112, sono intervenuti d’urgenza nel locale di piazza Giovanni XXIII e hanno sottoposto a controllo tutti i presenti. Spagnuolo, che è imparentato con personaggi legati al clan dei “D’Alessandro”, operante nel controllo degli affari illeciti a Castellammare di Stabia, è stato trovato in possesso dei soldi che era stati appena sottratti dalla cassa.
Il suo complice 18enne, incensurato, nella cintola dei pantaloni portava un revolver a salve, una riproduzione fedele di quelli veri. I due sono stati arrestati per estorsione aggravata dal metodo mafioso e condotti nel carcere napoletano di Secondigliano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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