Choc nel centro di accoglienza: migrante uccide la compagna e poi scappa

L'omicidio si è consumato in un centro di accoglienza per migranti nel Cagliaritano. La vittima era di nazionalità serba come il compagno. L'uomo era scappato con il coltello insanguinato ma poi è stato fermato dalla polizia

L'abitazione di Capoterra (Cagliari) dove si è consumato il delitto
L'abitazione di Capoterra (Cagliari) dove si è consumato il delitto

Ha ucciso la compagna e poi, con l'arma del delitto ancora inseguinata, si è rifugiato in una chiesa in cui si stava celebrando la messa in suffragio dei defunti. L'omicidio si è consumato questa mattina, domenica 6 novembre, a Capoterra, in provincia di Cagliari. Sia la vittima, Metusev Slobodanka, di 48 anni, che l'aggressore, Stevan Sajn, 50 anni, sono di nazionalità serba ed erano ospiti in un centro di accoglienza per migranti. L'uomo, fermato dalla polizia dopo il delitto, avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Ora si trova in carcere.

L'omicidio

I contorni della tragica vicenda sono ancora da definire e accertare. L'aggressione mortale - un accoltellamento - si è consumata in un appartamento al secondo piano di via Gramsci, nel centro cittadino di Capoterra. Ad allertare le autorità sono stati i vicini di casa della coppia che, attorno alle ore 12.30, hanno sentito le urle strazianti della vittima provenire dall'abitazione. Sul posto sono intervenuti la polizia, i carabinieri e un'ambulanza del 118. Purtoppo, però, per la donna non c'è stato nulla da fare. Stando a quanto apprende l'Ansa, Meutesev Slobodanka (la vittima) sarebbe stata colpita al corpo con svariati fedenti: alcuni le sono stati fatali.

La fuga e l'arresto dell'aggressore

Dopo l'omicidio Stevan Sajn (l'aggressore) si è dileguato dalla scena del crimine con l'arma del delitto. Il 50enne è stato bloccato, con ancora il coltello insanguinato in mano, a Casa Melis, una struttura del Comune aperta in occasione della commemorazione dei defunti. A fermarlo sono stati gli agenti della polizia locale di Capoterra e i carabinieri che erano di scorta alla cerimonia celebrata non lontano dalla chiesa dove si stava svolgendo, invece, la messa di suffragio. L'uomo avrebbe confessato ed ora si trova recluso nel carcere di Capoterra.

La testimonianza

Il sindaco di Capoterra, Beniamino Garau, stava partecipando alla funzione quando il 50enne serbo è stato arrestato. "Abbiamo sentito le urla e confusione. - ha detto all'Ansa il sindaco -. Poi l'uomo si è rifugiato a Casa Melis che avevamo lasciato aperta perchè al termine della cerimonia saremmo dovuti rientrare lì. Poi abbiamo capito cosa era accaduto e l'uomo è stato fermato dalle forze dell'ordine e abbiamo interrotto le celebrazioni".

Molti cittadini di Capoterra sono scesi in piazza sgomenti per quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti, oltre al magistrato di turno, anche i carabinieri del Ris e quelli della stazione locale. Le indagini sono ancora in corso.

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