Un feto abbandonato in un depuratore. È stato questo il macabro ritrovamento che ha fatto un addetto alle pulizie dell'impianto di Verderio, in provincia di Lecco, mentre stava per accingersi a lavorare. La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta volta a fare luce sulla inquietante vicenda.
Un drammatico giallo, di quelli intricati e di difficile sbroglio. Stando a quanto riferisce il quotidiano L'Adige, la scoperta sarebbe avvenuta pressapoco alle ore 8 del mattino, nella giornata di lunedì 28 ottobre. Così, un dipendente della Lario Rieti Holding, l'azienda municipalizzata che si occupa del servizio idrico nei comuni del lecchese, si è ritrovato sotto gli occhi un embrione umano. Era lì, incastrato sulla griglia di protezione dell'impianto ma ancora intonso. Ragionevolmente turbato dall'insolita scoperta, l'uomo ha allarmato immediatamente le Forze dell'Ordine.
Quasi contestualmente all'intervento dei militari, veniva data segnalazione alla Procura della Repubblica che ha immediamente aperto un'inchiesta. Sebbene, infatti, la notizia sia stata diffusa soltanto nelle prime ore di oggi pomeriggio, 31 ottobre, gli inquirenti starebbero lavorando al caso alacremente da circa un paio di giorni. Il feto è stato affidato per l'autopsia al medico legale dell'ospedale Manzoni di Lecco mentre i Carabinieri della Compagnia di Merate si stanno occupando delle indagini preliminari. Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe trattarsi di un embrione lungo circa 12 centimentri, presumibilmente già in fase di sviluppo (più o meno al terzo mese di gestazione).
Ma il cruccio degli inquirenti è capire in che modo abbia raggiunto il depuratore e se, nello specifico, si sia trattato di un aborto spontaneo o di un atto di abbandono volontario. Sarà solo l'esito degli esami autoptici a fornire qualche elmento a chiarire la dinamica della vicenda.
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